Di Daniele Piro 

…”Manc’ o banco ‘e Napule se ‘mpegna”.

Questo vecchio proverbio sovente lo ripetevano i miei nonni e sta a significare che le parole spesso non servono o hanno poca veridicità se poi non sono seguite dai fatti.
Volendo associare questo proverbio al mondo del calcio, si può affermare che ben si sposa con questo frenetico momento sportivo che stiamo vivendo da tifosi della Strega. I play off per salire in B si sa che sono concepiti male, organizzati peggio e strutturati in una maniera tale da dover disputare praticamente un nuovo campionato condensato in un mese. Ritornando al detto antico, di “chiacchiere e tabbacchere” se ne sono sentite tante ultimamente e tali sono rimaste. Eziolino Capuano dichiara che allo Jacovone di Taranto non passerebbe nemmeno il Manchester City salvo perdere miseramente col Vicenza due giorni dopo, salutando la competizione; ad Avellino dopo anni di oblio dove si ricordano ancora dei dieci anni in Serie A fatta ormai quarant’anni fa, ricompaiono striscioni per le strade con la convinzione maturata di essere la squadra da battere , salvo poi capitombolare in quel di Catania al cospetto di una squadra giunta ai limiti dei play out. Vero è che c’è il ritorno da giocare, ma intanto i lupi vivranno questi giorni di attesa con qualche patema d’animo in più. Stesso scenario a Caserta, con i falchetti lasciatisi andare a roboanti dichiarazioni per aver non solo riacciuffato la cadetteria ad inizio anno (dimenticando di aver usufruito di un ripescaggio e non per merito sportivo acquisito sul campo), ma con la convinzione di poter addirittura tentare il doppio salto soprattutto a seguito del colpo esterno nell’andata del primo turno Nazionale contro la Juve U23. Speranze ed illusioni naufragate nel ritorno con un capitombolo interno e con tanti saluti alla cadetteria. Idem a Perugia, altra squadra relegata alla terza Serie dopo i fasti degli anni 80 in A, che sembrava poter aver più peso in questo mini torneo.
Ai piedi della Dormiente finalmente si è fatta largo la prudenza. I tanti play off persi in passato hanno lasciato il segno. A distanza di oltre un decennio brucia ancora la sconfitta casalinga con il Crotone, con una città già addobbata in ogni angolo. Fly down e bocche cucite sia fra gli addetti ai lavori che fra i tifosi. Essere arrivati a disputare i play off è già tanta roba per la truppa di Auteri dopo un girone di andata finito con un esonero e con il panettone andato di traverso per colpa di quello stesso Catania che, ironia della sorte, oggi fa tremare i “tabaccheristi “ per eccellenza” al di la dello Stretto di Barba.
I detti popolari antichi hanno sempre un fondo di verità, basandosi sugli accadimenti vissuti quotidiani che coinvolgevano i nostri nonni e bisnonni. Spiace quasi che molte di queste perle oggi siano finite nel dimenticatoio. Se è vero che in altre piazze fanno “chiacchiere e tabacchere ‘e legno “, a Benevento si può tranquillamente affermare che in questi play off va di moda il detto che ha reso popolare un celebre maestro elementare, Marcello D’Orta, ovvero “IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO”
(Scugnizzo69)

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