Di Daniele Piro *
Il proverbio recita testualmente: “Ricette ‘o pappece ‘nfaccia a noce, damme tiempo ca te spurtose”. Già….ma se il pappece non riesce a spertusare come la mettiamo nome?
La semifinale di andata che si è tenuta in terra Toscana ieri sera propende verso questa tesi, ovvero che il pappece Auteri non è riuscito a spertosare la noce Carrarese. Atteggiamento intransigente quello del tecnico di Floridia che ripropone, al di là dei cambi forzati, lo stesso schieramento attuato nelle precedenti quattro partite dei turni di play off. Vero è che squadra che vince non si tocca, ma non sarebbe il caso di affidarsi a forze fresche e ad un turn over più sostanzioso per evitare che le fatiche si facciano sentire?
La squadra vista ieri sera rispecchia la stessa “ammirata” (scusate l’eufemismo) nelle partite precedenti con l’aggravante che ieri non sono bastate nemmeno la solita la dose di fortuna e le parate di Paleari ad evitare la sconfitta. A Benevento, tanto per continuare ad usare termini ed espressioni colorite dialettali, si usa sovente il termine “’a strazz e petazz “ per indicare un obiettivo raggiunto più in maniera fortunosa che per proprie virtù.
Il Benevento visto ieri sera è figlio del Benevetno che, diciamocela tutta, a strazz e petazz è riuscito ad arrivare fino qui. Contro la Triestina la dea bendata, poco avvezza a girovagare dalle parti della Dormiente, ci ha aiutato se contiamo i 5 pali fra andata e ritorno presi dagli alabardati. Contro la Torres, dopo un primo tempo casalingo scintillante, l’interruttore si è posizionato su OFF e solo Paleari nei 45 minuti successivi e soprattutto nel ritorno in terra sarda, ci ha messo le mani, per evitare una sicura eliminazione.
Ieri sera il copione si è purtroppo ripetuto; squadra stanca, incapace di fare più di 5 passaggi di fila, Paleari ha probabilmente qualche colpa sul gol preso nell’area piccola, ma ha comunque parato tutto il resto al cospetto di una Strega che non ha mai dato l’impressione di poter pungere in maniera decisa. Sconcertanti anche le dichiarazioni in sala stampa di mister Auteri che ha visto una gara equilibrata, elogiando la prestazione di alcuni giocatori che invece, agli occhi di chi vi scrive ma non solo, non ha convinto per nulla.
Una domanda mi sorge spontanea: ma se dobbiamo recitare la parte della vittima sacrificale, o per non farla troppo tragica, se il nostro credo in questi play off è quello di subire il gioco avversario affidandoci alle giocate ed all’estro del singolo (che non sempre può avvenire), schierando sempre la stessa formazione che denota evidenti limiti fisici, non è meglio provare a giocare con le seconde linee dall’inizio? Visto che chi è subentrato è comunque poco incisivo e non apporta considerevoli miglioramenti allo scacchiere in campo, non sarebbe meglio schierarli dall’inizio in maniera da far rifiatare qualcuno dei titolarissimi? Masciangelo è finito nel dimenticatoio, Terranova e Meccariello poco utilizzati, Ciano è irritante e quasi svogliato, Ferrante è come non averlo, Don Bolsius si fa cacciare fuori, Starita si sta rivelando un acquisto inutile.
Se questi sono i subentranti mettiamoli dall’inizio. Subire per subire quantomeno concediamo riposo a chi sta tirando avanti la carretta da un po’ di tempo.
Vorrei ricordare ad Auteri che i cambi possono essere fatti anche prima del 75esimo e che le sostituzioni sono 5 e non 2 o 3 come sta avvenendo ultimamente. Caro mister, se vuoi riuscire a spurtusare la noce, forse è il caso che da dismetti i panni del pappece intransigente e fermo su alcune tue scelte poco comprensibili, e cominci a cambiare qualcosa a livello di modulo e di uomini.
Concludo con una breve riflessione che non depone certo a nostro favore. Tempo fa dissi che questo Benevento non segnava nemmeno con le porte scorrevoli; dopo aver sbagliato anche un gol a Sassari quattro-contro-zero a porta vuota, si potrebbe provare a mettere le porte di rugby per ottenere qualche realizzazione.
Buona noce a tutti
SCUGNIZZO69