Di Umberto Palazzo*

Quando troviamo la scritta “Senza” vuol dire che l’alimento contiene quel nutriente in quantità vicina allo zero (esempio: formaggio senza grassi); la dicitura “A basso contenuto di…” vuol dire che l’alimento contiene quel nutriente in quantità inferiore rispetto alla versione standard (formaggio a ridotto contenuto di grassi). Se c’è “A ridotto contenuto di…” significa che l’alimento contiene il nutriente indicato in quantità inferiore del 30% rispetto alla versione classica (esempio: formaggio a ridotto contenuto di grassi). Vediamo in dettaglio:
• “Senza zuccheri”: il prodotto non può avere più di 0,5 g di zucchero per etto.
• “Senza zuccheri aggiunti”: il prodotto non ha zucchero o altri sostituti.Se lo contiene di per sé,deve esserci scritto “contiene naturalmente zuccheri”.
• “A basso contenuto di zuccheri”: il prodotto non presenta più di 5 g di zuccheri per 100 g per i solidi o 2,5 g/100 ml per i liquidi;
• “Senza grassi”: non deve superare lo 0,5 g di grassi su 100 g di prodotto.
• “A basso contenuto di grassi”: i limiti variano a seconda del prodotto, per i liquidi sono ok 1,5 g/100 ml (il latte 1,8 g/100 ml), mentre per i cibi solidi massimo 3 g ogni 100 g.
Altro nutriente in etichetta al quale prestare attenzione dopo i 50 anni,quando aumenta anche per le donne il rischio cardiovascolare, sono i grassi o lipidi, che si suddividono in grassi insaturi (monoinsaturi e polinsaturi) o saturi. I primi sono quelli considerati “buoni”, di cui sono ricchi gli oli di girasole, di semi, d’oliva, di lino; i grassi saturi sono i “cattivi”, perché alla lunga innalzano i livelli di colesterolo. Maggiori quantità di grassi saturi li troviamo nel burro, nello strutto, ma anche nell’olio di palma, di cocco e nella margarina. Per resistere meglio all’ossidazione possono essere sottoposti a un processo di idrogenazione (che va segnalato in etichetta) che forma i grassi trans, pericolosi per il cuore.Altre fonti lipidiche da evitare sono l’olio di palmisti, cotone, colza e karité. L’ideale è scegliere prodotti in cui, per 100 g, i grassi complessivi siano inferiori a 10 g, di cui quelli saturi meno della metà del totale.

*Umberto Palazzo
Biologo ed Esperto in Educazione Sanitaria

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