Celebriamo la nascita della Repubblica a seguito del Referendum del 2 e 3 giugno 1946 che vide la nascita di una stagione nuova per l’Italia. Quel passaggio epocale fu segnato dall’espressione per la prima volta del suffragio universale: l’Italia rinacque riconoscendo i diritti inalienabili di tutti i cittadini, donne e uomini, finalmente uguali di fronte alla Legge. La Repubblica si dotò infatti della Costituzione, l’atto fondamentale che costituisce – oggi come allora – la linea guida della società civile. Così il presidente della Provincia di Benevento Nino Lombardi in occasione della cerimonia organizzata in piazza Castello.

E, dunque, nel ripercorre il clima politico di 78 anni or sono, si riafferma l’impegno a rendere concreto l’esercizio dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale: libertà, democrazia, uguaglianza, e l’ obbligo della Repubblica, una ed indivisibile, ad assicurare i servizi essenziali a tutti i cittadini a Nord e a Sud per la sanità, l’istruzione, il lavoro, ed in tutto ciò che interviene per assicurare il benessere dei cittadini.

Oggi più che mai è necessaria una voce autorevole più unita, coesa di fronte a problemi che non possono essere affrontati e governati con lo sguardo rivolto alla vecchia idea di Nazione. Lo conferma il processo di integrazione europea che da quasi 70 anni garantisce libertà ed opportunità di crescita agli Stati che ne fanno parte.

L’Italia non può crescere se non cresce il Mezzogiorno: se c’è divario tra Nord e Sud si infrange la stessa Unità del Paese.

Ecco perché il progetto legislativo dell’Autonomia delle Regioni è preoccupante e conferma i pericoli di sostenibilità finanziaria e di iniquità tra i territori.

Le aree interne meridionali, private delle risorse finanziarie destinate ai presidi scolastici, a presidi sanitari e alla stessa mobilità cancellano l’identità, la vocazione e la crescita del Mezzogiorno. Dobbiamo combattere e costruire l’Unità nelle opportunità e nelle capacità di far crescere il Sud e il Sannio.

In questo 2 Giugno ancora più forte si afferma il supremo interesse di tutti per la Pace: infatti, se con il voto del 1946 si volle anche chiudere con l’incubo della Guerra, purtroppo da mesi ormai conviviamo con lo spettro della Terza Guerra Mondiale.

E, nello spirito di quel 1946, oggi avvertiamo anche l’impegno a ricercare il vero benessere per le Nazioni consistente nell’individuare soluzioni condivise per difendere l’ambiente.

Siamo italiani ed europei e abbiamo il dovere di costruire l’Europa, cioè l’Attore capace di proiettare pace, democrazia, diritti, stabilità e sviluppo socio-economico nel Continente e nei Paesi vicini.

Eredi di quegli uomini e di quelle donne che nel 1946 vollero un Paese nuovo, fondato sui principi della solidarietà e della comunità nazionale, dobbiamo oggi riconfermare quel lascito ideale, morale, civile nella nostra azione quotidiana.

Nino Lombardi

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