Oreste Vigorito, dopo l’eliminazione della “sua” Strega dai Play-off di Serie C 2023-24 a causa del pareggio interno contro la Carrarese ma la sconfitta esterna dell’andata, è stato l’unico giallorosso a presentarsi davanti ai microfoni nel post-gara. “Voglio ringraziare il pubblico, che ha mostrato sensibilità. Ha applaudito dieci ragazzi che avevano terminato una partita difficile, immedesimandosi nel dispiacere e in quel senso d’impotenza che qualche episodio ci ha affibbiato nel corso della partita. Ringrazio tutti quelli che sono stati vicini alla squadra, allo stadio o fuori, perché si è vicini anche stando lontani. Ringrazio lo staff tecnico di Auteri e il Direttore Sportivo, è giusto che lo faccia adesso in questo momento caldo. Devo mantenere la lucidità e pensare al domani fin dal triplice fischio. Non parlerà nessun altro, una partita finita così lascia dentro un vuoto, un magone, e non sarebbe giusto inchiodarli davanti al microfono. Chi vorrebbe ascoltare ha visto“.
SUGLI OBIETTIVI STAGIONALI, RAGGIUNTI E NON: “Vorrei ricordare a tutti e a chi ha seguito la conferenza stampa d’inizio stagione con il Direttore Sportivo: avevamo detto che fosse necessario che il Benevento ritrovasse il suo essere provinciale e puntasse sul settore giovanile a cui dovevano essere affiancati giocatori esperti. Abbiamo dovuto gestire 33 giocatori, che in una rosa sono una problematica da affrontare. Qualche giocatore è rimasto con malumore, qualcuno non voleva andare via e qualcuno non voleva restare: tutto questo condiziona il campionato. Avevamo due obiettivi: valorizzare i giovani e vincere il campionato. Almeno uno lo abbiamo raggiunto, abbiamo giovani che oggi fanno la ricchezza del Benevento: non in termini di cartellino, ma per ripartire da loro e provare a mettere su una squadra per il mio 19esimo anno di presidenza. Ho detto a una signora, che mi vedeva calmo, “Siamo abituati a perdere”: abbiamo perso tanti play-off, ma abbiamo anche vinto qualcosa. Abbiamo raggiunto i 50% di quello che volevamo, proveremo a prendere l’altro 50% il prossimo anno“.
SUL RAMMARICO STAGIONALE: “Il rammarico è non aver vinto il campionato prima, così non mi sarei ritrovato qui oggi e a disputare i play-off. Nel primo tempo è stata una delle migliori partite, abbiamo avuto la solita carenza sottoporta nel non segnare in 3-4 occasioni. Il calcio è così, è una partita a scacchi: quando sbagli la mossa, se l’avversario è bravo, ti fa scacco matto. Noi abbiamo subito scacco matto facendo una buona partita“.
SUL SETTORE GIOVANILE E SUL PUBBLICO: “Ho ringraziato il pubblico non tanto per i 90′ minuti, quello lo fanno tutti, ma per la sensibilità e la classe dimostrata nell’applaudire gli sconfitti. Chi non combatte pensa sempre che gli altri siano dei perdenti. Oggi i giocatori hanno dato tutto quello che potevano dare. Mi dispiaccio quando resto solo, ma non è una critica: aver ritrovato i tifosi, aver risentito i cori mi fanno pensare che potranno essere le basi per un 2024-25 diverso. Non sono felice, è un sogno che sfuma, ma mi vorrei riaddormentare sognando un campionato di vertice. C’è gente che non ha ammainato le proprie bandiere e continua a creare emozioni. Non è semplice fare campionati di vertice, a volte vinciamo e a volte perdiamo: è la vita, non è vigliacco chi cade ma chi non si rialza più. Noi questa logica del cadere-salire la faremo ancora. Lo zoccolo duro del Benevento, negli anni a venire, sarà il settore giovanile: abbiamo raggiunto tante finali quest’anno. Ci sono tanti altri Perlingieri e Talia, vanno solo curati e coccolati. Questo settore porta i giovani avanti, ma fino a oggi è stato un po’ trascurato: ci eravamo illusi che nomi e cartellini facessero vincere i campionati. Ora abbiamo capito che è preferibile creare una base solida su cui costruire i campionati, in un ottica di squadra provinciale e non di metropoli“.
SULLE PAROLE CON AUTERI E CON I GIOCATORI NEL POST-GARA: “Penso abbiano necessità di ritrovarsi un po’, rispetto la riservatezza di tutti. Noi stiamo già pensando al domani, parlare di quello che è successo non serve più a niente. Parleremo in vista del futuro, ma non con tutti. Chi non farà parte del progetto sarà ringraziato, chi lo farà invece sarà coinvolto. Nel calcio bisogna pensare non alla giornata, ma al giorno dopo“.
SU AUTERI: “Ha fatto 31 punti nel girone di ritorno e dei play-off arrivando in semifinale, non da solo ma con il suo staff e con il Direttore Sportivo. In questa società lavorano tutti, ognuno ci ha messo un pizzico nel positivo o nel negativo. I panni sporchi, ma anche le cose belle, si lavano in famiglia. Un altro allenatore difficilmente sarebbe riuscito a mettere in sesto un gruppo che non era stato rovinato da Andreoletti, ma che non era ancora partito perché non era stato scelto dalla società. Carli ha lavorato dal 1° giugno, quando ancora non aveva contratto, perché la situazione era davvero difficile. Abbiamo fatto quel che potevamo, ci siamo corretti quando ci siamo resi conto che un allenatore giovane non era adatto. L’idea della squadra giovane, però, era nata già con Andreoletti. Aveva fatto 12 partite senza perdere e abbiamo avuto l’impressione che stavamo riuscendo a fare questo, ma era una squadra che si era realizzata in modo diverso rispetto a quello che pensavamo noi. Abbiamo scelto Auteri per l’esperienza, ma era un allenatore e non il fratello di Gesù: ha fatto cose positive e altre negative, valuteremo anche questo. Le decisioni le prendo quando sto calmo, non quando sono nervoso: stasera non sono nervoso, ma neanche calmo. Abbiamo un ottimo allenatore, ma il suo contratto è scaduto: sceglieremo la cosa migliore“.