Di Daniele Piro*
Per chi lo ricorda era una famosa frase con cui il comico Giobbe Covatta concludeva uno spot pubblicitario a favore dei bambini africani.
E’ bastato davvero tanto poco per riaccendere la passione ed il calore in una tifoseria, quella sannita, che ha risposto ancora una volta presente.
Sarebbe bastato forse anche tanto poco negli scorsi anni per evitare due sciagurate retrocessioni che ci hanno fatto precipitare dalle stelle alle stalle, dall’Olimpo del Paradiso alle fiamme dell’Inferno (ovviamente sportivo).
Trovatemi un’altra piazza capace di portare quasi diecimila persone allo stadio per una semifinale di Lega Pro, dopo ben due retrocessioni consecutive ed un girone di andata concluso con i dolci natalizi rimasti sullo stomaco. Benevento è capace di questo ed altro al di là della categoria. Di sicuro verranno fuori i soliti discorsi su occasionali, zoccolo duro, trasfertisti eccetera, ma il succo è sempre lo stesso, ovvero che i risultati portano euforia ed entusiasmo. Hai voglia a pretendere di fare i pienoni allo stadio se si fanno campionati anonimi o si retrocede; i risultati creano passione, calore, tifo e fidelizzano la gente.
Commentare una sconfitta è sempre brutto ma francamente credo che questi siano i playoff persi che fanno meno male dei tanti a cui la Strega ha partecipato. Squadra costruita male, affidata ad un tecnico bravo, giovane ed emergente ma troppo acerbo per il girone meridionale e per poter gestire con tranquillità una squadra che si portava dietro troppi carichi pendenti e troppe problematiche.
Auteri ha ridato linfa e vitalità salvo poi perdersi nel suo Credo intransigente che ha finito per avvolgerlo in una spirale senza ritorno. Ha saputo lanciare e valorizzare dei giovani, ma nel contempo ha accantonato molti altri, segno questo di un evidente frizione nello spogliatoio che a noi non è dato conoscere, perché altrimenti non si spiega come mai nell’arco di così tante partite in pochi giorni, molti elementi della rosa non si sono mai visti in campo.
Una squadra incapace di reggere la pressione se è vero che è stato buttata all’aria una rincorsa formidabile al primo posto iniziata a Gennaio e persa soprattutto fra le mura amiche, un secondo posto blindato con 5 punti di vantaggio a poche giornate dal termine perso malamente (addirittura arrivando quarti sul campo); in 6 partite dei play off abbiamo subito tre espulsioni e due squalifiche per somma di ammonizioni, segno evidente di una squadra inesperta che vanifica le tante cose belle fatte. E di cose belle ce ne sono state; il lancio e la consacrazione dei giovani (vedi Talia, Viscardi, Perlingieri, Carfora ), la scommessa vinta di Ciciretti, l’acquisto azzeccatissimo di Nardi vero faro del centrocampo, e di Lanini, ma soprattutto la consapevolezza di poter contare sempre su di lui, “Zio Oreste”, che pochi minuti dopo il fischio finale era già pronto per il prossimo campionato. Un Presidente così ce l’abbiamo solo noi e purtroppo lo sa anche la Lega Pro.
Come lui pochi capaci di far girare soldini cash in una categoria dove si va avanti “a strazz’ e petazz’ “ e forse anche per questo vogliono tenerselo ben stretto evitando fughe verso la cadetteria Ripartiamo da lui con l’auspicio che finalmente le Istituzioni Beneventane possano supportare e non osteggiare chi quasi un ventennio fa ha deciso di regalarci e regalarsi un sogno. Uniti si vince e quando il Benevento chiama, Benevento sa rispondere.
Buona pausa a tutti.
Scugnizzo69