Fin dall’inizio abbiamo chiesto un piano operativo dettagliato che potesse garantire la serenità delle famiglie e del personale docente per l’intervento sull’istituto più popoloso della città quale è il Nicola Sala – Torre. Siamo stati tacciati di polemica strumentale, ci fu risposto che si sarebbe fatto “a tempo debito”. Ricordiamo tutti lo spettro dei doppi turni agitato a più riprese e scongiurato solo qualche mese fa, un dirigente addirittura tacciato di “moderno Masaniello”, i lavori che dovevano iniziare a giugno, poi invece a marzo e ora che siamo ormai a fine anno è il corpo docenti a far notare come la dislocazione nei tre punti della città davvero poco collegati tra di loro non è una soluzione. C’è mancato poco che anche gli insegnanti venissero tacciati di essere ideologizzati!

Purtroppo, emerge ancora una volta in modo chiaro come la scuola sia vista più come un ricco bottino. Certamente gli interventi di ammodernamento sono doverosi (aspettiamo da mesi una risposta sull’agibilità di tutti gli edifici), ma questo deve necessariamente accompagnarsi da un’adeguata pianificazione che non vada a sacrificare, ancora e sempre, la continuità didattica. Chiediamo tutti i giorni non sacrifici, ma miracoli alla scuola, a cui viene delegato tutto, anche far fronte a mani nude ad un’emergenza educativa di cui siamo ancora troppo poco consapevoli, aggravata dalla scellerata gestione pandemica di chiusura ad oltranza e ci permettiamo di sminuire l’allarme lanciato dal corpo docente? Definire un piccolo disagio il dover attraversare tutta la città per il cambio ora, passando da Pacevecchia, attraversando il ponte chiuso o semichiuso per andare a Capodimonte e poi magari atterrare con l’elicottero al centro storico è davvero un eufemismo.
Se ci fossimo mossi davvero per tempo, avremmo potuto valutare soluzioni più comode, come, solo per fare un esempio, la struttura del Suor Orsola Mezzini – storica eccellenza chiusa nel silenzio più assordante – che si trova a pochi passi da Pacevecchia.
Avremmo potuto partecipare al bando del Ministero per contributi alla locazione o al noleggio di strutture provvisorie.
Avremmo potuto, sicuramente, ascoltare di più e per tempo chi nella scuola ci vive.
Non tutto è perduto, passata la frenesia elettorale, c’è ancora un po’ di tempo per poter mostrare maggiore apertura all’ascolto e alla collaborazione, su questo siamo sempre pronti a fare la nostra parte, al di là delle appartenenze.

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