Premesso che oggi è proprio la parola ad essere in crisi perché banalizzata o inquinata dall’uso delle fake news, delle falsificazioni, da una propaganda sbrigativa che fa perno sulle emozioni più radicali che viene velocemente amplificata, senza critica competente, dai media digitali,di poche cose ho certezza.
La prima è che non basterebbero 100 vite in fila per apprendere solo lo stretto necessario per poter argomentare con competenza.
Un altra certezza è quella di vivere in un momento storico di forte innovazione che, purtroppo, non riesce ad esprimere un valore culturale nemmeno paragonabile a quelli del passato.
È impressionante l’ignoranza della società di oggi. Una mediocrità diffusa che alimenta il convincimento di essere personaggio ” politico” bello, forte, capace di capire tutto, di sapere tutto, di poter mettere lingua su tutto .
Una mera operazione di facciata che si prospetta pedissequamente ad ogni campagna elettorale mentre lo specchio della bassezza del mondo in cui viviamo continuano ad essere le nostre città.
Le strade sono sporche e noi continuiamo a sporcarle , gli amministratori non le fanno pulire, ma siamo noi che abbiamo scelto quegli amministratori e quando cambiamo il nostro voto, scegliamo sempre l’amico dell’amico perché forse ci può aiutare…
E così va avanti la politica del viandante che già negli intenti dichiara l’ affermazione e la conservazione esclusiva del proprio status e così va avanti l’ affermazione di quello venuto dal nord per costruire la menzogna pindarica di un ponte che dovrebbe unire ciò che in realtà,nel programma elettorale, si vuole dividere .
Vale sempre e ancora non ciò che è ma ciò che appare.
Arrendersi a questa mediocrità è possibile?Non viene la voglia di coltivare il coraggio di ribellarsi?
Ma Schlein, manifesto sgualcito di una sinistra che arranca ad arrivare , è troppo debole per destituire una classe politica depauperata di ogni afflato costruttivo e affetta da asinocrazia.
Non si disputa , badate bene ,per disprezzo della politica, ma perché se ne soffre il degrado di relazioni, di competenze, di capacità d’ascolto,di indirizzo e di governo .
E mi torna alla mente il libro ‘ Chi c’è in quel film? : ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood’ di Peter Bogdanovich
A un certo punto Bogdanovich chiede a Lewis cosa ha imparato dai registi non tanto bravi con cui ha lavorato e lui risponde così:
“Ho imparato la psicologia dei non tanto bravi.
I non tanto bravi non sanno di essere non tanto bravi. Anzi, pensano di essere bravi, ed è lì che io comincio a tenerli d’occhio molto ma molto attentamente. E’ più forte di me, mi attraggono come una calamita. Ricordo che una volta, a un regista che resterà innominato, dissi: “Ma quando dici ‘Buona’, tu ce l’hai un’idea di quello che stai facendo?”
E voi che vi siete candidati ce l’ avete un’ idea?
Ma in fin dei conti un mediocre che cerca di imparare sempre qualcosa è pur sempre meglio di uno che crede di non aver bisogno di imparare e l’indifferenza resta sempre la più grande vendetta che il mondo può prendersi su cotanta ipocrisia
Daniela Piesco
Direttore Responsabile