Milano, 10 giu. (Adnkronos) – “L’inesistenza, oltre ogni ragionevole dubbio, della contestata falsità nella rappresentazione contabile delle operazioni Santorini e Alexandria” ha determinato l’assoluzione degli imputati Alessandro Profumo (ex presidente di Mps), dell’ex ad Fabrizio Viola e di Paolo Salvadori (ex presidente del collegio sindacale dell’istituto) per l’insussistenza del fatto e della banca Mps dagli illeciti amministrativi “per insussistenza dei reati presupposti”. E’ uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici della corte d’Appello di Milano hanno assolto, lo scorso dicembre, tutti gli imputati in uno dei filoni del processo a Rocca Salimbeni.
Nelle circa 500 pagine di motivazioni si evidenzia come la rappresentazione contabile ‘a saldi aperti’ adottata da Mps con riferimento alle operazioni Alexandria e Santorini “non può qualificarsi, oltre ogni ragionevole dubbio come in contrasto con i criteri normativamente fissati o di carattere tecnico comunemente adottati, con conseguente impossibilità di ritenere integrati i reati in contestazione già sul piano dell’elemento oggettivo”.
Diversamente da quanto ritenuto dal tribunale “non può affatto dirsi che non vi fosse corrispondenza tra la sostanza economica delle operazioni di long term structured repo e la loro forma, indipendentemente da ogni questione circa l’esatta qualificazione sul piano delle fonti dell’indiscutibile principio della prevalenza della sostanza sulla forma” e dunque “la contabilizzazione a saldi aperti attuata da Mps con riguardo alle operazioni Alexandria e Santorini anche da parte del nuovo management non ha violato alcun ‘criterio di valutazione normativamente fissato’, ma, all’opposto, si è uniformata ai ‘criteri tecnici generalmente accettati’ ed applicati dagli operatori del mercato dell’epoca, nonché validati dalle autorità in materia di vigilanza e contabili nazionali e sovranazionali”.