Roma, 11 giu. (Adnkronos) – Fervono i preparativi, i sopralluoghi dei tecnici, gli allestimenti del cerimoniale. Mancano appena due giorni al summit dei ‘Grandi’ a Borgo Egnazia, la piccola cittadina nei pressi di Fasano che la premier Giorgia Meloni ha scelto come location del G7. E dove è in ‘ritiro’ da ieri, per concedersi un po’ di relax con la figlia Ginevra dopo giorni intensi, ma soprattutto dove è intenta a dedicarsi allo studio dei dossier sul tavolo del summit. Giornata di lavoro impegnativa anche questa -riferisce chi le è vicino e che la descrive “gagliarda e di ottimo umore”- di gioco di squadra con gli sherpa per un appuntamento decisivo. Dove la presidente del Consiglio arriva forte di un risultato elettorale che l’ha vista primeggiare tra i governi europei.
Una buona carta da calare già nel buon retiro pugliese, dove la premier -potenziale ‘queenmaker’ sul tavolo delle trattative europee, ufficialmente al via dalla cena informale del 17 giugno a Bruxelles- vedrà il Cancelliere Olaf Scholz e il Presidente Emmanuel Macron, usciti con le ‘ossa rotta’ dalla urne, ma anche la spitzenkandidat Ursula Von der Leyen, che potrebbe invece finire per essere rafforzata dal voto europeo.
Sul tavolo di Meloni e gli sherpa -tra questi la coordinatrice del summit Elisabetta Belloni- il documento conclusivo del summit, circa 30 pagine da definire e limare, con vari ‘XXX’, spazi aperti da scrivere dopo aver chiuso un accordo con gli altri leader. Tra i nodi da scogliere e su cui più sono puntati i riflettori, il possibile accordo sulla questione degli asset russi congelati. Gli americani hanno proposto un prestito da 50 miliardi, che dovrebbe essere garantito con i proventi dei fondi russi congelati presso Euroclear, la società belga che detiene la maggior parte degli asset immobilizzati: il nodo adesso è trovare un meccanismo per legare gli impegni presi a livello di G7 con quelli a livello Ue, tenendo conto anche di una serie di questioni tecniche, come i dubbi sulla possibilità di garantire un prestito con asset congelati di sei mesi in sei mesi sulla basi di una decisione del Consiglio europeo. L’auspicio è che attraverso “la burocrazia diplomatica” si riesca a trovare la quadra, un obiettivo che la presidente del Consiglio spera di centrare e che le garantirebbe un pieno successo del summit.