Roma, 12 giu. (Adnkronos) – “Le europee le ha vinte il Pd, e la segretaria è stata brava a guidare la partita. Ha posizionato il partito su un’asse più compiutamente progressista, mantenendo insieme un orizzonte europeo legandolo ad un dibattito nazionale, senza cadere nella retorica europeista che è costata cara ai liberali. Poi ha costruito liste capaci di parlare a tanti mondi, reintroducendo il tema della pace nel dibattito, e fatto una bella campagna elettorale, polarizzata su Meloni e l’operato del governo”. Lo dice il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista all’edizione genovese del quotidiano La Repubblica.
“Sul campo europeo, invece, non enfatizzerei il racconto di un’ondata nera sull’Unione. Ci sono forze che spostano a destra paesi come Germania e Olanda – osserva l’ex ministro dem – ma Popolari e socialisti a Bruxelles mantengono sostanzialmente gli stessi numeri. I veri sconfitti sono i liberali e le forze progressiste tedesche. Sulla Francia sospenderei il giudizio. Metà del Paese non ha votato a destra. La scelta di Macron di andare alle elezioni e’ un azzardo, che potremo però giudicare solo più avanti. Quella francese è un’assemblea a larga maggioranza progressista e europeista e il rischio è che la sua mossa ne indebolisca le posizioni”.
“Mi auguro vivamente di no – risponde Orlando ad una domanda se il destino dell’Europa sia un nuovo governo Ursula – è legittimo che i popolari indichino la futura guida della Commissione, ma le ultime mosse politiche di Von der Leyen penso l’abbiano profondamente squalificata. Le aperture a destra, una politica internazionale fatta di slogan, la frenata sulla transizione ecologica”.