Di Paola Francesca Moretti
Ho trovato molto significativa la riflessione di Vittorino Andreoli – noto scrittore e psichiatra – riportata nel suo libro Il denaro in testa. Egli ha scritto: “Molti finiscono per odiare il proprio status economico e il proprio corpo, non conforme agli standard. Lo scarto è vissuto con delusione e con una incipiente depressione: ci si sente inadeguati a questo mondo. La bellezza da spot pubblicitario diventa un imperativo, mentre l’anoressia si diffonde tra gli adolescenti. La moda suggerisce acquisti impossibili, e poco importa se la frustrazione che ne consegue genera un senso di esclusione e di ingiustizia sociale, aumentando la volontà di rivalsa”.
Il libro risale al 2011 ma la constatazione riportata da Andreoli è parecchio attuale. Una valutazione del comportamento che si dilata fino ai giorni nostri e che ha come focus di osservazione individui, non solo adolescenti – quest’ultimi, però, risultano più vulnerabili – di ogni età e genere.
La difficoltà ad accettare la propria fisicità può diventare, per tanti giovani, un vero problema e sovente una sciagura che coinvolge tutto il nucleo famigliare.
Numerose ragazzine si sottopongono a drastiche diete dimagranti, a sfibranti ore di attività sportiva e per alcune di esse ricorrere alla chirurgia estetica diventa un chiodo fisso.
Ė palese che sempre più adolescenti, sia maschi che femmine, si sottopongono a interventi chirurgici per correggere “difetti” che nella maggior parte dei casi a vederli riflessi allo specchio sono soltanto loro, dunque, di fatto inesistenti, soprattutto su un corpo ancora in fase di crescita .
I maschietti non sono esenti dalle ideazioni maniacali di rifiuto del proprio sé fisico. I ragazzi si danno da fare con ogni mezzo a disposizione per sviluppare la massa muscolare e acquisire una prestanza fisica invidiata negli altri.
Non serve a nulla ripetere loro che devono armarsi di pazienza, che con il tempo e il pieno sviluppo fisico le proporzioni del corpo recupereranno la giusta armonia. Se poi a fare agli adolescenti tali discorsetti sono proprio le figure principali di riferimento, ovvero, i genitori, apriti cielo! La risposta comportamentale dei nostri giovani è di completa irritazione. Essi rivendicano il proprio diritto a una piena realizzazione, a sentirsi accettati prima di tutto da se stessi.
Nella maggior parte delle situazioni si tratta di adolescenti scontenti, che vogliono evadere dalla routine quotidiana, che negli influenti messaggi inviati in modo subdolo dai mezzi di comunicazione hanno individuato un riscontro, indubbiamente effimero, alle loro inquietudini.
Adolescenti, femmine e maschi sono fortemente condizionati, oggi più di ieri, dal culto per la bellezza del corpo scultoreo, dalla collettività consumistica, dalla fede cieca in un’immagine fisica simile per intenderci alla Venere di Botticelli e al David di Michelangelo.
Nei nostri figli è diffusa la scelta di miti e modelli, dall’estro geniale di carattere fantasioso più che intelligente e qualificato, di soggetti che imperversano su Tik Tok e Youtube, la cui imitazione comporta scelte e imposizioni alimentari talmente vincolanti che si trasformano in rinunce se non a divenire vere e proprie malattie. Si parla, in questo caso, di disturbi del comportamento alimentare.
Nel 2023, stando ai dati riportati dall’ ISTAT e dall’Osservatorio Aba, sono stati circa 3 milioni gli italiani che hanno sofferto di disturbi alimentari. Un numero che esige una seria riflessione.
Sigmund Freud sosteneva che l’anoressia è la manifestazione di una personalità isterica. Ė usanza comune collocare le cause di questa malattia nella società attuale il cui obiettivo categorico è la competitività, nello stato di benessere che caratterizza le fasce medio-alte della popolazione, nell’assenza psicologica delle figure genitoriali impegnate a raggiungere in ambito lavorativo traguardi sempre più elevati, sia per motivi economici che di prestigio personale. Penso che non ci sia nulla di male in tale atteggiamento, ognuno ha diritto di perseguire le proprie ambizioni, l’importante è assumersi poi le responsabilità per le conseguenze che derivano dalle proprie scelte di vita.
Voglio spezzare una lancia a favore di tutti quei genitori che sono poco presenti nella vita del proprio figlio per il solo senso del dovere, ossia, portare la pagnotta a casa e garantire un futuro dignitoso alla propria prole.