Di Raffaele Romano 

Come avevo scritto nei miei precedenti articoli siamo all’ennesima replica da quando 30 anni fa si è insediata in Italia la seconda repubblica con sedicenti partiti che, come i polli di manzoniana memoria, si beccano ferocemente in casa e poi vanno fuori a cercare appoggio. Ricordavo che, piaccia o non piaccia, dal 1958 i tre storici partiti europei: popolari, socialisti e liberali governano l’Europa e anche questa volta i tre partiti detentori della maggioranza del nuovo Parlamento UE hanno deciso che Ursula Von der Leyen tedesca popolare sarà per un secondo mandato Presidente, che Antonio Costa socialista portoghese sarà a capo del Consiglio UE e che Kaja Kallas estone liberale guiderà la Diplomazia UE, senza dimenticare che Mark Rutte popolare olandese sarà il nuovo Segretario della Nato.

Si badi bene che non è stata esclusa l’Italia come tenteranno di giustificarsi bensì l’incomprensibile collocazione politica di Giorgia Meloni.
Hanno sostanzialmente ripetuto lo stesso schema ovvero quello che altri alieni alla vera politica UE fecero 5 anni fa allorchè i 14 voti pentastellati appoggiarono la Commissione attuale e l’Italia, non il PD, ottenne con Paolo Gentiloni il dicastero economico nel quale si può fare poco o punto visti i rigorosi parametri finanziari.

Per fare chiarezza bisogna ricordare che Gentiloni negli anni ’70 entrò in contatto con il Movimento Studentesco guidato da Mario Capanna. Dopo la confluenza di Capanna con un gruppo di militanti nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Gentiloni partecipò alla fondazione del Movimento Lavoratori per il Socialismo (MLS), partito di ispirazione maoista, di cui divenne segretario regionale per il Lazio, fino alla sua unificazione nel 1981 con il PdUP per il Comunismo. Nella citata sinistra extra parlamentare incontrò e diventò amico di Ermete Realacci e Chicco Testa di Legambiente. Poi si legò a Francesco Rutelli prima radicale e poi verde. Nel 2001 venne eletto deputato nelle liste della Margherita e, dopo poco, fondò “I Democratici” riunendo il Partito Popolare Italiano di Pierluigi Castagnetti, Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini e Arturo Parisi. Alle consultazioni del 2006 venne rieletto alla Camera con L’Unione guidata da Romano Prodi.

Nel 2007 fu uno dei 45 membri del Comitato promotore nazionale del Partito Democratico (PD) con cui fu rieletto nel 2008. Successivamente alla nomina nella segreteria del PD, iniziò a sostenere l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi e il suo movimento dei rottamatori, per molti versi antesignani degli apritori di scatole di tonno pentastellati. Alle elezioni politiche del 2013 fu nuovamente rieletto deputato per il PD e qui mi fermo ringraziando Wikipedia perché comprendo il probabile smarrimento del lettore.
Oltre all’incomprensibile coloritura politica della presidente Meloni dall’altra parte siamo in una situazione analoga allorchè l’incomprensibile italo-svizzera-americana Elly Schlein col PD in Europa si sono posizionati, come aggiunti, nei socialisti ma senza mai esserlo e né, tanto meno, diventarlo aumentando così la confusione e la scarsa comprensione dell’Italia in Europa.

Certamente verrà riconosciuta una presenza all’Italia che sarà, molto probabilmente, spacciata per un successo allorchè riusciranno ad avere almeno una vice presidenza e poco più. Bisogna che il lettore sappia che in questo governo UE uscente i vice presidente sono stati addirittura 7 con Margrethe Vestager liberale Danimarca,
Valdis Dombrovskis popolare della Lettonia, Maros Sefcovic per la Repubblica Slovacca, Josep Borrell per la Spagna, Vera Jourova della Repubblica Ceca,Duravka Suica della Croazia e Margaritiis Schinas per la Grecia. Senza dimenticare Malta con Roberta Metsola Presidente parlamento.

In conclusione è sempre l’Italia coi suoi incomprensibili gruppi politici ad autoescludersi.Per maggiore informazione elenco l’attuale composizione del governo UE:
Austria Johannes Hahn
Lussemburgo Nicolas Schmit
Polonia Janusz Wojciechowski
Francia Thierry Breton
Portogallo Elisa Ferreira
Cipro Stella Kyriakidou
Belgio Didier Reynders
Malta Helena Dalli
Svezia Ylva Johansson
Slovenia Janez Lenarčič
Romania Adina-Ioana Vălean
Ungheria Olivér Várhelyi
Finlandia Jutta Urpilainen
Estonia Kadri Simson
Lituania Virginijus Sinkevičius
Irlanda Mairead McGuinness
Bulgaria Iliana Ivanova
Olanda Wopke Hoekstra

 

 

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