Di Letizia Ceroni
In un mondo sempre più affamato di energia si è scoperto che la si può produrre in modo alternativo, e fino a qui si può dire che va bene, se non ci si mettessero gli speculatori.
Se tutti abbiamo bisogno di energia, tutti dovrebbero fare la loro parte perché, così facendo, non si corre il pericolo di averla a discapito di qualcun altro, cosa che purtroppo sta succedendo, possiamo dire, come al solito. Il copione è sempre lo stesso.
Nella eterna faida tra nord e sud, verrà penalizzato ancora una volta il sud per gli interessi dei “paperoni” del nord e non solo quelli italiani.
Quando si fiuta l’affare grosso, negli occhi degli speculatori compare il simbolo € al quale si aggiunge l’acquolina in bocca e, in quello stesso istante, non esiste più nulla al di fuori della prospettiva di guadagno.
Riguardo alla Sardegna, regione dove abito e che amo, il progetto è di 3000 pale eoliche a terra e 1300 in mare.
Verranno piazzate senza nessun riguardo per siti storici e archeologici, luoghi incontaminati del supramonte e altri territori che verranno irrimediabilmente deturpati nel paesaggio e non solo.
Per trasportare questi mostri fino ai luoghi designati, dovranno essere fatte strade sterrate, verranno abbattuti alberi e distrutta molta macchia mediterranea, verranno espropriati terreni a discapito di coltivazioni e allevamenti.
Anche per piazzarle serve parecchio terreno, le basi di aggancio sono enormi e occorre scavare parecchio per interrarle.
Molti piccoli comuni sono stati messi in serie difficoltà burocratiche al punto di dover fermare il lavoro degli uffici.
Sarà un disastro ambientale in un territorio che ha un ecosistema unico e delicatissimo, moltissima fauna selvatica sarà messa in condizioni di rischio, e le pale si troveranno sulle rotte degli uccelli migratori.
Tutto questo per fornire energia all’isola? Nemmeno per sogno, l’energia prodotta non resterà in Sardegna, attraverso cavi sottomarini, verrà portata in altre regioni.
Ci sono già parecchi parchi eolici sul territorio, uno dei quali sulla collina a ridosso del paese in cui abito. Le torri non sono eterne e avrebbero bisogno di frequenti controlli, così accade che ogni tanto qualcuna cade o si rompono le pale e, chi non ha mai visto da vicino una di queste torri, non può avere la più pallida idea di quanto sono grandi e del danno che possono fare.
Anche quelle che verranno messe in mare non saranno meno devastanti, non solo per la vista di cui godranno i bagnanti.
Chi ha visitato questa meravigliosa isola ed è rimasto incantato dalle sue bellezze naturali e non parlo solo del mare, non dovrebbe restare insensibile davanti alla prospettiva di questa devastazione programmata e di cui i media parlano poco e solo per minimizzare.
I sardi si stanno muovendo con proteste e manifestazioni, temo inascoltate e inutili perché gli interessi in gioco sono molto elevati.
Ora sorge una domanda.
Se può essere giusto usare tecniche alternative per produrre energia, è altrettanto giusto penalizzare ulteriormente e pesantemente territori già provati da speculazione edilizia e servitù militari tanto da essere ridotti a pure colonie per rimpinguare i patrimoni degli speculatori?
Se tutti abbiamo bisogno di energia, tutti dovrebbero fare la loro parte perché, così facendo, non si corre il pericolo di averla a discapito di qualcun altro, cosa che purtroppo sta succedendo, possiamo dire, come al solito. Il copione è sempre lo stesso.
Nella eterna faida tra nord e sud, verrà penalizzato ancora una volta il sud per gli interessi dei “paperoni” del nord e non solo quelli italiani.
Quando si fiuta l’affare grosso, negli occhi degli speculatori compare il simbolo € al quale si aggiunge l’acquolina in bocca e, in quello stesso istante, non esiste più nulla al di fuori della prospettiva di guadagno.
Riguardo alla Sardegna, regione dove abito e che amo, il progetto è di 3000 pale eoliche a terra e 1300 in mare.
Verranno piazzate senza nessun riguardo per siti storici e archeologici, luoghi incontaminati del supramonte e altri territori che verranno irrimediabilmente deturpati nel paesaggio e non solo.
Per trasportare questi mostri fino ai luoghi designati, dovranno essere fatte strade sterrate, verranno abbattuti alberi e distrutta molta macchia mediterranea, verranno espropriati terreni a discapito di coltivazioni e allevamenti.
Anche per piazzarle serve parecchio terreno, le basi di aggancio sono enormi e occorre scavare parecchio per interrarle.
Molti piccoli comuni sono stati messi in serie difficoltà burocratiche al punto di dover fermare il lavoro degli uffici.
Sarà un disastro ambientale in un territorio che ha un ecosistema unico e delicatissimo, moltissima fauna selvatica sarà messa in condizioni di rischio, e le pale si troveranno sulle rotte degli uccelli migratori.
Tutto questo per fornire energia all’isola? Nemmeno per sogno, l’energia prodotta non resterà in Sardegna, attraverso cavi sottomarini, verrà portata in altre regioni.
Ci sono già parecchi parchi eolici sul territorio, uno dei quali sulla collina a ridosso del paese in cui abito. Le torri non sono eterne e avrebbero bisogno di frequenti controlli, così accade che ogni tanto qualcuna cade o si rompono le pale e, chi non ha mai visto da vicino una di queste torri, non può avere la più pallida idea di quanto sono grandi e del danno che possono fare.
Anche quelle che verranno messe in mare non saranno meno devastanti, non solo per la vista di cui godranno i bagnanti.
Chi ha visitato questa meravigliosa isola ed è rimasto incantato dalle sue bellezze naturali e non parlo solo del mare, non dovrebbe restare insensibile davanti alla prospettiva di questa devastazione programmata e di cui i media parlano poco e solo per minimizzare.
I sardi si stanno muovendo con proteste e manifestazioni, temo inascoltate e inutili perché gli interessi in gioco sono molto elevati.
Ora sorge una domanda.
Se può essere giusto usare tecniche alternative per produrre energia, è altrettanto giusto penalizzare ulteriormente e pesantemente territori già provati da speculazione edilizia e servitù militari tanto da essere ridotti a pure colonie per rimpinguare i patrimoni degli speculatori?
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