Di Daniele Piro
Stasera non sembrava di essere a Wimbledon ma nel Colosseo in cui due fieri gladiatori si sono dati battaglia punto a punto per oltre 3 ore.
Sinner il Re Leone ha dovuto sudare non poco per aver ragione di una tigre famelica risvegliatasi da un torpore durato quasi 3 anni. Eh si, perche’ la tigre, ovvero Matteo, era riuscita ad imporsi al Queens ed a portare per la prima volta un italiano in finale a Wimbledon solo 3 anni fa. Dopo quella finale la tigre si era un po’ smarrita vittima di tanti, troppi infortuni e , secondo le dicerie di becere malelingue, di uno stile di vita non proprio ideale circondato (beato lui che se lo puo’ permettere visto il pezzo di Marcantonio che e’) da donne di pari bellezza. La tigre ieri sera ci ha provato in tutti i modi a contrastare il Leone, il numero 1, con colpi di rara bellezza conditi da 28 aces ed un dritto tornato a funzionare come nei giorni migliori.
Ci ha messo il cuore, l’anima, la corsa e la grinta, ma non e’ bastato. Jannick il Leone ha risposto colpo su colpo, ha dimostrato la sua classe, soprattutto mentale, portando a casa i 3 tie-break al quale e’ stato costretto e non scomponendosi nemmeno quando la sorte e’ sembrata volgergli le spalle con nastri malefici e righe spizzate collezionati da Matteo la Tigre.
Ha capitolato nel terzo set scivolato via senza storia, ma con i denti e la testa ha colpito chirurgico nel quarto e decisivo set, portando a casa una partita epica ed emozionante che ha incollato gli spettatori presenti a bordocampo e milioni di telespettatori davanti alla tv fin verso la mezzanotte ora italiana.
E’ stato un sorteggio malefico quello che ha visto di fronte il Leone e la Tigre troppo presto. Il Berettini di stasera, che ha sempre dichiarato che gli occorre giocare con continuita’ per trovare la condizione, avrebbe sicuramente meritato almeno altri 2 turni sui campi verdi di Wimbledon. Sinner continua la marcia con la consapevolezza che l ‘ etichetta da numero uno e’ un fardello pesante da reggere e che troverà ulteriori tigri sempre piu’ affamate. Al contrario di Federer o Djokovic che erano dei rulli compressori, Jannick vince con sofferenza, cedendo anche dei set e forse questa sua consapevolezza di essere “battibile”, lo rende ancor piu’ forte e consapevole dei suoi limiti ma soprattutto delle sue capacita’ e potenzialita’.
Ieri sera sono certo che siamo andati tutti a nanna consapevoli che, pur avendo una Nazionale di calcio vergognosa che ha deluso agli Europei ancora in corso, abbiamo un movimento tennistico che ci sta regalando una miriade di soddisfazioni. Oltre al Leone ed alla Tigre, ci sarebbe infatti anche l’intramontabile Fognini con una capigliatura dorata nuova di zecca, che a 37 anni suonati, si e’ regalato il terzo turno battendo “solo” il numero 8 del mondo.
Ma questa e’ un’altra storia….
Scugnizzo69