Di Paola Francesca Moretti 

Qual è il nesso tra il celebre modo di dire degli antichi Romani, miscere sacra profanis, con l’arte culinaria salentina? La mia curiosità è stata solleticata proprio dal gustare un pranzo a base di fave e foje. Mentre assaporavo il mio pasto ho pensato: “ma i termini dialettali fave e foje non vengono usati anche in altri contesti della nostra lingua?” Certo che sì!

Andiamo per ordine, altrimenti rischiamo di perderci nel labirinto delle parole. Intanto, miscere sacra profanis tradotta letteralmente con il significato di “mescolare le cose sacre con quelle profane” è un’espressione latina usata dai nostri avi Romani e in italiano corrisponde alla locuzione “fare di ogni erba un fascio”.

Nella mia amata terra, il Salento, l’agricoltura è stata per molto tempo la principale fonte di sostentamento della popolazione, e l’espressione “fare di ogni erba un fascio” presenta un legame con la realtà contadina, e nello specifico con l’attività della raccolta delle erbe nelle campagne.

Nei campi, gli operai per sveltire il lavoro e tornare presto a casa, già, in fase di raccolta separavano le erbe commestibili dalla gramigna, o erba infestante, quindi non effettuavano un raccolto generico degli erbaggi in un unico fastello. Verosimilmente si può ricondurre a questa modalità di raccolta l’origine del modo di dire “Fare di ogni erba un fascio”.

All’interno di un discorso questa frase viene anche usata con il significato di considerare ogni cosa o ogni persona allo stesso modo, senza vagliare le debite distinzioni. Infatti, dalle mie parti è spesso usata l’espressione dialettale: “sta mischi fave e foje”, quando all’interno di una conversazione, si vuole far notare al proprio interlocutore che, sull’argomento o individuo oggetto della chiacchierata, sta generalizzando eccessivamente, non operando le opportune differenze.

Le brave massaie salentine hanno saputo tramutare un’espressione verbale in un appetitoso e salutare pasto, il cosiddetto “fave e foje”.
Pronti ad allacciare i grembiuli?
Ecco la ricetta di “fave e foje”
Ingredienti per 3 persone:
• 240 grammi di fave secche
• 1 chilo di cicoria
• Olio extra vergine di oliva q.b.
• 1 spicchio di aglio
• Sale e pepe q.b.
• 3 fette di pane di grano tostato
Lavate le fave, ponetele in una pentola, aggiungete acqua fredda fino a coprirle, mettetele in cottura a fuoco lento fino a quando non risulteranno morbide.
Nel frattempo, mondate e lavate la cicoria, immergetela per pochi minuti in acqua bollente salata. Scolatela per bene e ponetela in padella con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e lo spicchio di aglio. Ripassatela per qualche minuto, il tempo necessario per insaporire il tutto. In un piatto versate le fave, conditele con un filo di olio e una spolverata di pepe. Disponete sopra le fave, la cicoria ripassata. Accompagnate la pietanza con una fetta di pane di grano tostato condito con olio.
Adesso non mi resta che augurarvi buon appetito!

 

 

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