Roma, 12 lug. (Adnkronos) – “Non mi risulta che il Rassemblement national possa esprimere veti, soprattutto a valle di una votazione già condotta”. Così Roberto Vannacci a Repubblica. “L’elezione dei vicepresidenti è avvenuta all’unanimità, quindi mi sembrano posizioni sicuramente contrastanti con quanto deciso durante il suffragio. Non vorrei che, come al solito, fosse un’amplificazione di una stampa faziosa e di sinistra. D’altra parte anche in Italia ed anche per Repubblica, nonostante le plurime archiviazioni della giustizia italiana, vengo descritto come un razzista misogino e chi più ne ha più ne metta. Tutte accuse infondate, hanno stabilito i giudici, ma fosse per Repubblica dovrei essere in galera. Liberation è l’equivalente del Fatto quotidiano in Francia…non le fa venire in mente niente?”.
Perché non voterete Von der Leyen? “L’Europa di von der Leyen ci ha ridotti nella situazione in cui siamo: meno sicurezza, più immigrazione incontrollata, due guerre alle porte dell’Europa, più criminalità, meno sviluppo, direttive liberticide in nome del Green deal che significa solo tasse per i cittadini. E guai a dire Buon Natale. Perché dovremmo votarla? Noi vogliamo una Europa dei popoli e delle nazioni sovrane, non l’Europa della Von der Leyen che è delle banche».
Sarebbe un errore se Meloni alla fine la sostenesse? “Se Meloni voterà Von der Leyen prenderemo atto della sua volontà di schierarsi con chi ci ha ridotto in questa situazione insostenibile. Sarà una sua scelta”. Vedrà Orbàn? “Un incontro con Orbàn lo considero possibile in futuro. Purtroppo non parlo l’ungherese: le lingue finniche mi mancano”. Tante forze politiche e capi di governo si sono dissociati dalla sua visita a Mosca. “Ritengo invece che le visite di Orbàn a Kiev, Mosca e Pechino abbiano dimostrato che l’Europa possa avere ancora un ruolo nella ricerca di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. Siamo scesi a patti con Stalin, perché non potremmo farlo con Putin? Anche perché le conseguenze negative di questo conflitto le paga soprattutto l’Europa. Una nuova Yalta potrebbe concederci altri 50 anni di pace”.

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