Di Paola Francesca Moretti 

“Nihil sub sole novi” affermavano i nostri saggi latini. Vale a dire? Il continuo ripetersi degli eventi nella storia dell’umanità. Questo vale, ahimè, pure per il reato di body shaming. Attenzione, però, a tutti coloro che ancora non si sono sintonizzati sulla frequenza della lettura delle sentenze, e il motivo si può facilmente ipotizzare, verosimilmente perché impegnati a schernire e/o a discriminare una persona per il suo aspetto fisico, come nelle consuetudini di ogni stolto body shamer. Ebbene, si, miei cari beffeggiatori di altrui corpi, giacché, del vostro si sa poco o nulla; celati dietro maschere di vile codardia, vi ergete a (finti) leoni da tastiera, schermati dietro il monitor del proprio computerino e simil apparecchiature.

Ecco, allora, che la giurisprudenza finalmente è arrivata a fare del body shaming un vero e proprio reato. La sentenza n. 2251/2022 della Cassazione penale ha stabilito che “il body shaming si configura quale reato di diffamazione, integrando la fattispecie di cui all’articolo 593 comma 3 del codice penale”. Perciò, occhio a canzonare qualcuno per il suo aspetto fisico! Anche se dubito che questo sia sufficiente a fermare qualsivoglia deficiente di turno. Però, meglio di niente sicuramente è.
Come spesso accade nelle diverse forme di violenza agita, si tende a mettere in primo piano il carnefice, attribuendogli una popolarità alquanto deleteria per il suo già esagerato Ego da narcisista incallito, mentre si trascura la vittima, dando poca risonanza agli effetti che derivano dal sopruso subito.

Allora, quali le possibili conseguenze per le vittime di body shaming? La mia analisi parte da una prospettiva sociologica. Ho osservato che dipende dal carattere del soggetto perseguitato, come in tutte le situazioni vissute quotidianamente, la comprensione degli accadimenti è intrinsecamente soggettiva, ovvero definita dal proprio Io. Sia che il parere presenti un possibile fondamento, sia che non abbia alcun fondo di verità, sia che fuoriesca dalla bocca di tutti quegli sciocchi che bivaccano in strada, l’individuo con una personalità ben strutturata è in grado di avere una percezione stabile della realtà, nel senso che se ne frega del giudizio degli altri.

Al contrario, la persona con un Io fragile che fonda il suo equilibrio inconscio sulle opinioni altrui si sentirà denigrato, in misura variabile, dalle parole di coloro che le ronzano intorno.
Dal momento che la stoltezza e la cattiveria sono madri sempre gravide, che di soggetti con tendenza a disprezzare e canzonare nella nostra società ne produciamo, sfortunatamente, in quantità industriale, l’unico metodo di sopravvivenza resta quello di non farsi influenzare, di non sentirsi oltraggiati, e ancor meno sminuiti dalle opinioni negative espresse dagli altri.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.