Di Paola Francesca Moretti 

L’attentato all’ex presidente Donald Trump ha riportato all’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica le molteplici criticità di carattere socio-culturale che persistono nel libero e democratico Nuovo Mondo.
Spina nel fianco per diversi americani continua a essere la questione della facile reperibilità delle armi. D’altra parte, non a caso George Carlin ha affermato: “Ė diventato davvero semplice comperarsi una pistola. Una volta si diceva: Ho una pistola, dammi i soldi. Adesso si dice: Ho i soldi, dammi una pistola”.

E, quando una qualsiasi arma, non importa se pistola, coltello, mitra…finisce nelle mani sbagliate, e non intendo solo dal deliquentello di strada al peggior terrorista, ma soprattutto di soggetti dall’instabile equilibrio mentale, i possibili scenari sono: le stragi di massa oppure l’uccisione di un singolo individuo, che nel pensiero delirante dell’attentatore costituisce una minaccia da eliminare a ogni costo.

Ora, nel caso specifico, la macchina delle indagini statunitense si è subito messa in moto per ricostruire l’effettiva dinamica dell’evento criminoso e chiarire il movente che ha fatto armare la mano di Thomas Matthew Crooks contro Donald Trump, quest’ultimo rimasto solo lievemente ferito. Le indagini in corso si estendono pure alle possibili falle dell’apparato sicurezza, roba di non poco conto, a mio parere. Verosimilmente, gli alti livelli dell’FBI metteranno in campo i loro migliori profiler per tracciare un profilo psicologico del giovane killer, il quale non può più essere sottoposto a estenuanti interrogatori, giacché, raramente il cecchino fallisce il proprio obiettivo. In altre parole, ucciso l’attentatore diventa fondamentale procedere con una sua autopsia psicologica per provare a venire a capo del perché il giovane Crooks volesse assassinare Donald Trump.

La terribile vicenda mi ha fatto riflettere su quanto sia indissolubile il legame Americani-Armamenti, in nome di quel secondo emendamento della Costituzione che sancisce il diritto dei cittadini di detenere armi. In diversi Stati sono state emanate misure più restrittive, che, però, entrano in conflitto con gli interessi dei produttori, che mica ci stanno a vedersi sottrarre la loro gallina dalle uova d’oro.

Una buona fetta della popolazione americana si dichiara a favore di una riforma del secondo emendamento della Costituzione, ma l’impedimento al cambiamento è proprio dovuto dalla notevole influenza in ambito politico della lobby delle armi. In attesa di concreti interventi a livello federale, ogni governatore agisce alla meno peggio provando a frenare le stragi di innocenti compiute nella maggioranza dei casi con armi da fuoco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.