Di Raffaele Romano 

Tutti gli attuali soggetti politici ed istituzionali si producono in panegirici virtuosi ed accomodanti allorchè si parla degli Stati Uniti. Salamelecchi ed odi senza limiti per la vecchia democrazia americana da parte degli ex ed attuali corrispondenti dei giornali borghesi italiani che fanno a gara a ‘ffa l’americano’, come cantava il compianto Renato Carosone.

Ma per fare l’americano tocca esserlo non solo sembrarlo e, prima di tutto, mettere mano a quel duopolio filosofico-mediatico che attanaglia gli abitanti dello stivale. In modo particolare mi riferisco al dualismo fra l’“idealismo” e l’“empirismo”. “L’idealismo è la convinzione che dovremmo adottare principi morali sempre, pur se essi hanno spesso effetti negativi sulla nostra vita. … l’empirismo, invece, è il totale rifiuto dell’idealismo. Se i principi dell’idealista si intromettono, l’empirico fa tutto ciò che è ritenuto pratico, senza preoccupazioni per la moralità.” Fra queste due scuole di pensiero, dell’Idealismo e dell’Empirismo, l’italiano medio, non me ne voglia il lettore, ha scelto la doppia e comoda via utile e valida solo per sé stesso: quella dell’imperativo ideale con una concezione etica forte e rigorosa per quanto riguarda tutti gli altri mentre, per sé, fa tutto ciò che ritiene pratico e conveniente senza preoccupazioni morali.

A distanziarci ancora anni luce dalla democrazia statunitense ci sono 3 elementi in cui procure della repubblica, media, politici e soprattutto gli intervistati televisivi comuni che sciorinano, senza rendersene conto, in questo aiutati, supportati e sollecitati da sedicenti presentatori televisivi in tre aberranti vizi capitali. Primo, la cultura del sospetto che è l’esplosiva miscela sviluppatasi come una metastasi in tutto il paese ed è il vero fondamento della barbarie; seguita a ruota dalla la cultura dietrologica che intravede sempre un’ansa nascosta del fiume che, spesso, non esiste e che, forse, nasconderebbe cose inenarrabili; infine la cultura post ideologica che santifica la propria parte politica, economica, sociale ecc. mentre l’altra è il buco nero di tutti i mali. Questo micidiale ed esplosivo cocktail a tre insieme all’empirismo e all’idealismo ha totalmente avvelenato i pozzi della nostra democrazia. Un vero triangolo delle bermude che ha inghiottito tutto generando quel male, ormai endemico, del giustizialismo ovunque e comunque quale figlio legittimo dell’idealismo che, affiancato dalla giustizia mediatica imperante, ci ha civilmente, economicamente e socialmente ormai distrutti.

Per capire quello che siamo diventati valga la massima di Winston Churchill: «Mi piacciono gli italiani perchè vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra».Una prova che farà sicuramente arrabbiare più di qualcuno è la politica ed il suo finanziamento. Per coloro che vogliono fare gli americani farò un breve riassunto di come funziona negli USA: il fondo ‘Future Forward’ è stato definito dalla campagna di Biden come il principale comitato elettorale per la raccolta fondi nelle prime fasi della corsa al 2024 e ha già annunciato di aver investito ben 250 milioni di dollari in pubblicità televisive. Avete letto bene 250 milioni di dollari! Sempre per Biden il più generoso è stato Michael Bloomberg, che ha contribuito con 20 milioni di dollari senza dimenticare che tra i principali donatori miliardari ci sono anche Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn, e il co-fondatore di Facebook Dustin Moskovitz.
I primi 5 americani più ricchi che sostengono Joe Biden valgono complessivamente circa 160miliardi di dollari e provengono dalla California, da New York e dalla Virginia con investimenti in settori come la tecnologia, il beauty, la finanza e la industria alimentare.

Il gruppone è guidato da Connie Ballmer, sposata con l’ex amministratore delegato di Microsoft e proprietario dei Los Angeles Clippers, Steve Ballmer. Segue Abigail Disney, nipote di Walt Disney, Reed Hastings, l’ex amministratore delegato di Netflix, Ari Emanuel, un potente agente di Hollywood. Poi abbiamo l’imprenditore Gideon Stein la filantropa Karla Jurvetson, che alle elezioni del 2020 aveva dato ai Democratici in tutto 30 milioni di dollari con il produttore di Hollywood Damon Lindelof che hanno costituito un fondo il Next Generation PAC (dove PAC sta per Political Action Committee, Comitato per l’azione politica, ed è uno degli strumenti finanziari usati per le donazioni) e dovrebbe raccogliere 100 milioni di dollari, che saranno sbloccati soltanto quando Biden si sarà ritirato dalle elezioni. Nicole Shanahan, sposata con il miliardario co-fondatore di Google, Sergey Brin, Jacqueline Mars caramelle Mars, Jim & Marilyn Simons l’ex gestore di hedge fund Simons, Laurene Powell Jobs erede del suo defunto marito e co-fondatore di Apple, Steve Jobs. Ted Kaufman che ha mantenuto i legami con la miriade di imprese con base in Delaware, paradiso fiscale del business degli Stati Uniti e non solo.

Le grandi donazioni sono meno regolamentate, soprattutto dopo che una ventina d’anni fa la Corte Suprema autorizzò la creazione dei cosiddetti “Super PAC”, organizzazioni che possono raccogliere finanziamenti senza limiti. I Super PAC non possono donare direttamente ai candidati, ma possono raccogliere e spendere qualsiasi cifra per mandare in onda degli spot a favore, organizzare eventi, campagne di volantinaggio ecc. ecc. Tramite Alphabet, Google ha finanziato Joe Biden per un totale di 4,3 milioni di dollari. Come si legge online, il motore di ricerca più grande al mondo ha destinato 21 milioni di dollari complessivi nella campagna elettorale del 2020. Ve lo immaginate in Italia questa giravolta di milioni per le elezioni politiche? Subito scatterebbe “la cultura del sospetto” con l’angoscioso interrogativo: per quale scopo finanzia con tutti questi soldi? Cosa gliene viene?

Poi interverrebbe il procuratore della repubblica di turno con avvisi di garanzia con conseguenti presunti talk show al riguardo che creerebbero il solito vortice di idealismo e moralismo da strapazzo che bloccherebbe tutto. Non conosco il governatore Giovanni Toti che politicamente è molte miglia lontano da me ma il confronto con le cifra che ho riportato indurrebbe più di un americano a dire: state scherzando? Eccole le cifre: ci sono 55 mila euro che ballano tra la difesa di Giovanni Toti e la procura di Genova. Sono frutto di tre bonifici da 10 mila, 10 mila e 35 mila euro datati 10 giugno, 21 settembre e 20 ottobre 2022. I soldi arrivano dalla Spinelli Srl al Comitato Elettorale di Toti.
Chi vo’ ffa l’americano? Puorte ‘e calzune cu nu stemma arreto. Na cuppulella cu ‘a visiera aizata. Passa scampanianno pe’ Tuledo. Comm’a nu guappo, pe’ te fa’ guardà. Tu vuo’ fa’ l’americano ‘Mericano, ‘mericano. Sient’a mme chi t’ ‘o ffa fa. Tu vuoi vivere alla moda. Ma se bevi whisky and soda. Po’ te siente ‘e disturba’

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