Da studiosa dei comportamenti umani da sempre mi ha incuriosito conoscere il motivo per cui l’uomo si sente attratto dal male. Una curiosità, che ancora di più torna a stimolare le mie celluline grigie, allorché, vengo coinvolta, dal punto di vista professionale, da un particolare caso di cronaca nera.
Ho seguito sin dall’inizio e con estrema attenzione l’omicidio di Pierina Paganelli, su questo delitto, come per altri simili, i riflettori mediatici non si sono mai spenti, sia perché il compito del cronista è quello di tenere costantemente informato il pubblico, sia per una ragione di share e vendite di magazine specializzati in gialli.
Sembra che per l’uccisione della Paganelli si sia, finalmente, arrivati a una svolta, infatti, è stato fermato il vicino di casa, L. D. Stando alle indiscrezioni investigative e giornalistiche, il movente sarebbe di origine passionale, ovvero, la relazione esistente tra il senegalese e la nuora della donna assassinata. Non resta che attendere gli sviluppi della macchina giustizia. Un altro delitto che ha suscitato un intenso interesse accompagnato da morbosa curiosità è stato quello della povera Liliana Resinovich.
Perché tanta fascinazione per alcuni crimini? Per la modalità di esecuzione del delitto? No, o perlomeno non solo, ma perché insaporiti dalle relazioni extraconiugali, che li rendono così stimolanti da attrarre l’attenzione di una grande fetta di persone. In altre parole, tragiche vicende avviluppate da storie complesse, da intrighi che confrontati con quelli della corte di Re Sole, quest’ultimi sembrano bazzecole. Sarà, pure, per questo motivo che le aule dei tribunali diventano sale da teatro? Tanti spettatori armati di patologica curiosità verso le sciagure umane.
Da una prospettiva sociologica, posso dire che i delitti che si risolvono in un lasso breve di tempo, con il reo che soggiorna nelle patrie galere, hanno poco risalto mediatico. A fare notizia, invece, sono quei crimini ingarbugliati, in cui gli investigatori brancicano nel buio. L’essere umano adora gli intrighi, ma principalmente le congetture, le speculazioni, e quando gli indizi sono una chimera si apre la finestra alle suggestioni, alle ipotesi, anche le più balzane.
La fascinazione dell’uomo verso alcuni casi di cronaca è racchiusa nel delitto senza colpevole, ed è così che i giornalisti aguzzano l’ingegno e ne fanno una notizia da prima pagina.
In sintesi, non è l’assassinio in sé ad attrarre, ma il bisogno di trovare colui che ha compiuto l’atto criminoso. Il fascino per il male, sì certo, ma anche un profondo senso di giustizia. Ogni individuo è bene e male insieme, luce e ombra e si spera che trionfi sempre il suo lato buono su quello malvagio.