Di Daniele Piro 

“…E adesso parliamo di voi”. I ragazzi distesi sul prato al termine di un allenamento serale, distrutti dal caldo, mentre scolavano litri di acqua e Gatorade, mi hanno guardato sgranando gli occhi. “In che senso mister?” Allora ho spiegato che un giornale con cui collaboro stava conducendo un’inchiesta sul mondo giovanile e cosi’ ho chiesto loro di parlare a ruota libera di 4 temi che avevo scelto come dibattito ovvero: politica, social, cultura e cronaca con particolare interesse verso l’ambiente e le guerre.

All’inizio mi hanno guardato un po’ timorosi, quasi cadendo dalle nuvole per dover fare qualcosa al di fuori del classico allenamento sportivo, parlando di argomenti piu’ impegnativi o ancora peggio, esprimere concetti e frasi che andassero al di la dei loro consueti slang fatti di “ao’, minkia, bella fratè e ciao zio”, ma poi pian piano hanno cominciato a dire la loro un po’ su tutto.

Il quadro che è venuto fuori lo riassumo con una parola: imbarazzante!

Chiariamo subito una cosa e ci tengo a sottolinearla; non è certo una fotografia reale sui giovani d’oggi; alla fine si è trattato di una chiacchierata leggera di una ventina di minuti scarsi fra me ed una quindicina di ragazzi 17enni che non possono essere portati come esempio, o come campione per esprimere dei giudizi sulla realtà giovanile odierna.

E’ stata giusto l’occasione per contribuire fattivamente (molto in piccolo) all’inchiesta lanciata dal Direttore del giornale per cui scrivo sul mondo giovanile e le sue tematiche.

Dal pour parler posso affermare che “i miei ragazzi” hanno un quadro politico poco chiaro; un paio non sanno chi sia il Presidente attuale del Consiglio, Berlusconi è stato il nome più gettonato quando ho chiesto di dirmi il nome del primo politico che passava loro per la testa, qualcuno fatica a ricordare che Mattarella è il Presidente della Repubblica e nessuno, ripeto nessuno, conosce il nome del Presidente del Senato.

Qualcuno fa confusione fra le sigle ed il significato di NATO, ONU, UNICEF, UNESCO, eccetera. Impreparati del tutto sulle dinamiche di politiche internazionali, c’è chi non sa come si chiama l’attuale Presidente degli Stati Uniti, ma tutti conoscono Trump (PS: uno mi ha detto che lo ricorda “perché ha la moglie bona”) Inoltre Salvini odia i meridionali, due o tre (allenando a Legnano) non conoscevano il nome dell’attuale sindaco della cittadina dove risiedo, e per terminare, solo in 4 su una quindicina hanno saputo dirmi a spizzichi e bocconi chi fosse Vannacci (uno mi ha detto un generale, un altro uno che si è candidato, un terzo -parole sue- “uno che odia i negri”, il quarto “comandava l’Esercito”).

Falcone e Borsellino sono nomi che hanno sentito ma molto vagamente ed ovviamente conoscono poco le loro storie ma sanno che sono morti “saltando in aria”.

Sul mondo social e di conseguenza sull’aspetto culturale, emerge un altro quadro poco rassicurante: tutti preparatissimi per cio’ che riguarda le piattaforme Instagram, tik tok, whatsapp, cellulari di ultima generazione, ipod iphone. Non usano Facebook troppo da “Boomer” (“ e’ per voi anziani” mi è stato detto) Vivono praticamente di questo. Il canale più gettonato è You tube seguito da Spotify – rigorosamente craccato – per ascoltare canzoni o guardare video di youtuber o influencer.

Ovvio segnalare che molti vorrebbero diventare come loro, “gente che va in giro, fa la bella vita e viene pure pagata”. C’è chi vuole incidere un disco, chi vorrebbe aprire una pagina, un canale per avere milioni di visualizzazioni “cosi mi pagano e non faccio niente”, usano ovviamente Google per qualsiasi cosa ammettendo che i motori di ricerca hanno semplificato il compito soprattutto negli studi.

Alla mia domanda: “ma non credete che scopiazzare quattro concetti o nozioni senza metterci nulla di vostro non vi migliora? ” solo un paio sono stati consapevoli nel dire che è un impoverimento della propria cultura personale, per tutti gli altri GOOGLE o YAHOO e similari, sono il mezzo migliore per finire subito i compiti (se li fanno) per dedicarsi ad altro. Socializzano poco ma passano ore intere in video chat o su piattaforme tipo zoom, per collegarsi fra loro on line; utilizzano le videochiamate o le “stanze virtuali” per studiare insieme in gruppi di 4 o 5 ma soprattutto per chilometriche sfide on line alla playstation.

Difficilmente leggono un libro se non quelli assegnati per le vacanze, non amano molto andare al cinema (tanto c’è Netflix , ovviamente craccato, o Amazon Prime), guardano pochissima televisione e questo fattore ovviamente influenza non poco la loro conoscenza del mondo reale, rintanandosi sempre di più nel loro mondo virtuale fatto di sguardi sul cellulare e dita frenetiche, pronte a consumare schermi al led per chattare.

Credo che fra un paio di generazioni i nostri bisnipoti nasceranno con un dito indice sovrasviluppato per l’uso smodato che ne fanno con l’utilizzo dei cellulari. Un particolare che mi ha colpito: quasi tutti tolgono la suoneria ai telefoni per il nervosismo di noi genitori che, pur coscienti che sono sempre con un telefono fra le mani, chissà perché ogni volta che li chiamiamo non rispondono mai!

Ma il vero rischio che ho potuto intuire, è lo spirito di emulazione di molti o i commenti positivi verso filmati di ragazzi che mettono in pericolo la loro vita solo per avere dei like alle loro storie: gente che salta sui treni o sui cornicioni dei palazzi, o che corre in auto o in moto riprendendosi, e molto gettonate sono anche le visioni di scazzottate fra bande rivali, le litigate fra ragazze oltre a video della vita provata di cantanti dai nomi impronunciabili. Ho chiesto loro di dirmi il primo fatto di cronaca che ricordavano e le risposte sono state quasi tutte improntate sul recentissimo attentato a Trump, uno mi ha risposto “la ragazza uccisa dal fidanzato che poi è fuggito” (non ricordava il nome – Giulia Cecchettin -) e non poteva mancare, trattandosi di una squadra di calcio, il commento sulla Spagna vincitrice dei campionati Europei e dell’Italia che aveva fatto una “figura di merda colossale “cit. Alessandro.

Ho voluto concludere la chiacchierata parlando sommariamente di guerre ed ambiente. Non conoscono i motivi della guerra fra Russia ed Ucraina ma tutti “tifano” per l’Ucraina ed alla mia domanda “perché volete che vinca l’Ucraina” ovviamente non hanno saputo darmi una risposta nel merito, ma si sono limitati ad un generico “è stata attaccata”, o “Putin è antipatico” e solo uno ha candidamente risposto “ chi vince vince, basta che non muore più nessuno”.

DI Israele e Palestina o Striscia di Gaza meglio stendere un velo pietoso; sanno che sono in guerra da tanto tempo, ma se la lasciano scorrere addosso (“c’è e basta”) ed ignorano che ci sarebbero delle piccole ma concrete possibilità che il conflitto europeo possa estendersi e toccare un po’ tutti. Sull’ambiente li ho visti abbastanza preparati sul clima; quasi tutti sanno che c’è la siccità, che i ghiacciai si stanno sciogliendo, che piove poco ed hanno addirittura parlato “delle strisce degli aerei in cielo per far piovere” (penso si riferissero alle scie chimiche), un po’ meno sulla cura dell’ambiente; tenere puliti i letti dei fiumi, non costruire vicino all’acqua, evitare il disboscamento, usare l’acqua con parsimonia, usare di meno l’auto, sono concetti ancora difficili da assimilare.

Sanno però dei gas serra e delle loro conseguenze. Un’ ultima annotazione sull’eventuale costruzione del Ponte sullo Stretto: le risposte che più mi hanno colpito sono state: “se lo fanno arrivo prima in Sicilia d’Estate dai nonni”, “Salvini è un pazzo” e “ sta cosa me la diceva già mio nonno ma ancora non fanno nulla”.

A quel punto li ho mandati tutti sotto la doccia: li vedevo andare verso gli spogliatoi e sorridevo pensando: “ ma a sti pischelli che a 17 anni sono nel pieno delle loro tempeste ormonali, mentre si godono le meritate vacanze estive, posso mai tediarli con tutte ste domande lontane anni luce dal loro mondo di gonnelline al vento, videogames e partite di calcio?”.

A noi “Boomers” l’ardua sentenza!

Scugnizzo 69

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