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Di Letizia Ceroni 
Quante volte diciamo “mi ricordo” ma siamo proprio sicuri di ricordare tutto?
Stiamo vivendo in un mondo ormai alla rovescia e i nostri ragazzi, come è logico che sia, vivono il loro tempo.
Da che mondo è mondo, ci sono sempre stati i conflitti generazionali perché, chi ha già vissuto e fatto le proprie esperienze, trova strano che i giovani non capiscano e agiscano in base a ciò che propone la loro epoca, da qui la domanda :siamo sicuri di ricordare tutto? Quante marachelle, spallucce, trasgressioni e scontri abbiamo fatto quando eravamo bambini e poi ragazzi?
Nessuno nasce maestro, la consapevolezza si acquisisce tramite l’esperienza e, anche se è normale che, chi ha già provato i pro e contro della vita, voglia in qualche modo evitare le esperienze dolorose e negative ai propri figli,  non deve farsi prendere la mano perché rischia di far crescere il giovane sotto una campana di vetro dalla quale, prima o poi, dovrà uscire e si ritroverà impreparato ad affrontare gli ostacoli.
L’ordine naturale delle cose non può essere scavalcato.
I figli sono la nostra proiezione, il nostro riflesso, sono duttili e, come uno scultore dà forma alla materia, noi dovremmo plasmare, almeno nei primi anni di vita, ciò che è giusto che diventino lasciando comunque sempre uno spazio per le loro scelte, è nostra responsabilità.
Ricordo di quanto mi piaceva ascoltare i racconti e non solo le favole ma, soprattutto, i ricordi della nonna, della mamma, ascoltavo a bocca aperta e “assorbivo” come una spugna, a quei tempi, i grandi avevano il tempo per raccontare, ora non ne hanno più.
Ora i bambini sono molto più svegli, hanno una mente pronta e, come è giusto che sia, assorbono tutte le informazioni che gli vengono date…Ci rendiamo conto di cosa stanno immagazzinando i bambini e i ragazzi nella loro mente?
È terrificante.
Ancora più terrificante è il fatto che non si perde più tempo a raccontare, tutto è delegato ai media e ai social ma, sono pronta a scommetterci che se ci si mettesse a raccontare qualcosa a un gruppo di bambini, naturalmente nel modo giusto riguardo al tempo in cui viviamo, starebbero anche oggi ad ascoltare a bocca aperta.
I bambini hanno bisogno di sentir raccontare le favole, perché ora cercano in ogni modo di snaturalizzarle? Il bambino sogna nel mondo irreale, il bambino non deve porsi il problema dei risvolti sociali e psicologici dei personaggi, per il bambino, la fata buona deve essere una fata come la strega cattiva deve essere una strega e la principessa è il lieto fine della favola,lo stupore di un bambino è una delle cose più belle che la vita possa regalarci. Avrà abbastanza tempo, crescendo, per giudicare e analizzare una favola, anche per scordarla , ma il bambino deve avere la possibilità di vivere la sua infanzia, di far volare la sua fantasia perché è così che si abitua ad elaborare, a pensare.
Le favole, ora, sono i cartoni animati in tv, pieni di pubblicità perché si devono creare potenziali consumatori, le immagini sono di percezione immediata, niente elaborazioni di fantasia per immaginare come potrebbero essere i personaggi.
I bambini hanno anche bisogno di regole, senza di esse, cresceranno con una visione distorta di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che si può o non si può fare, come schegge vaganti senza una direzione precisa. Nessuno ti insegna a fare il genitore ma lo devi fare, appunto, stabilendo delle regole, sei tu che devi importi e non il contrario.
I ragazzi sono la proiezione di ciò che gli è stato trasmesso, se la società è malata, loro non possono essere sani, se a noi sembra strano tutto ciò che li interessa, dovremmo ricordarci che, per i nostri genitori, sembrava strano tutto quello che interessava noi.
pH : Letizia Ceroni 
Serie Ritratto di Donna ( matita B su carta da spolvero)

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