Di Roberto Chiavarini*

Quando un individuo pretende da te una risposta ovvia, conseguenza di una domanda insidiosa, che implichi per semplificazione certi temi universali, radicati cocciutamente negli stereotipi scontati, come: …

“Tu sei contro la libertà? contro la pace? Contro la giustizia? Contro la uguaglianza e le unificazioni delle razze umane? contro i diritti umani?… e così via dicendo”…

…vuol dire che, quell’individuo, non intende sapere da te quale sia la tua opinione su quei temi…
…diversamente, vuole solo incanalarti verso un tunnel, che comprima il tuo margine linguistico ed intellettuale, per impedirti di avventurarti nei distinguo concettuali di quei sostantivi che, peraltro, ogni pensiero umano, per sua natura, ha.

Sempre per semplificazione concettuale, essere contro qualcosa, significa, di conseguenza, essere etichettati anche come “Anti”… ed essere etichettati come “Anti”, significa, purtroppo, essere discriminati.

Quindi, chi ti pone una domanda simile, ti obbliga anche a rispondere seccamente con un “si” o con un “no”, senza darti la possibilità di entrare nel merito delle varie questioni che, l’argomento, pure pretenderebbe, pena la criminalizzazione, a prescindere, del tuo libero pensiero.

Come è brutto tutto ciò, non è vero?

Insomma, quell’individuo, propositore di domande scontate e svuotate di contenuti, vuole solo ostacolare la tua necessità di entrare nel vivo del dibattito, del sano confronto, per non consentirti di esprimere le tue idee, che fondano evidentemente sulla tua discendenza, sulla tua formazione, sulle tue esperienze di vita e professionali, sulle tue convinzioni, sulla tua cultura, sulla tua intellettualità, sulla tua religiosità, sulla tua logica e sulle tue deduzioni, per concederti solo di dire se sei contro e/o se sei a favore di questo e/o di quell’altro argomento, enunciato solo per “Titoli”.

Ma, in via di principio, chi può essere contrario rispetto a certi temi di carattere sociale?

Infatti, chi di noi può esprimersi, intellettualmente e di getto, contro la libertà, la pace, la giustizia, la uguaglianza tra i popoli, le unificazioni delle razze, i diritti umani…contro la guerra?

È una risposta più che scontata.

È il tentativo palese, da parte di quell’individuo, di indurti verso il “Pensiero unico”.

Ed allora sappi che, quell’individuo, altri non è che un “fiancheggiatore del peccato”, che ha come suo scopo finale, solo quello di privarti della tua intellettualità, della tua dimensione di uomo libero e pensante, per minare, così, alla base, lo spettro della tua identità e della dimensione della tua personalità, criminalizzandoti, insomma per toglierti ciò che Dio ti ha dato quale bene supremo: il
“Libero arbitrio” del quale ogni essere umano è dotato.

Sosteneva Rita Levi Montalcini:
“Il cervello: se lo coltivi, funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione, si indebolisce.
La sua plasticità, è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.”

Ed io aggiungo:
…diversamente, l’induzione al “pensiero unico”, che risponde al “momento” storico ed oscurantista che stiamo vivendo, sia dal punto di vista Filosofico quanto da quello Socio-Politico, altro non è che lo spazio ristretto, entro il quale “qualcuno” vuole rinchiudere le nostre menti”.

Io mi ribellerò, sempre, contro chiunque dovesse “tentare” di circoscrivere il mio libero pensiero.
Affermo, al contempo, che, in punta di principio, non sono affatto contro la libertà, la pace, la giustizia, la uguaglianza e le unificazioni delle razze umane, tanto più contro i diritti umani, ci mancherebbe altro!

Ma, certamente, sono contro i luoghi comuni.

Perché…
…desidererei una “Libertà” diversa da quella di cui godiamo oggi, affinché le sue dinamiche si sviluppassero nel rispetto più assoluto della nostra Costituzione, scritta nell’immediato dopoguerra, col sangue dei nostri nonni e dei nostri bisnonni;

…desidererei che, la evocata “Pace nel mondo”, non comprendesse realtà come la iper produzione di armi da guerra, utilizzate proprio in nome della stessa “Pace”, anche se giustificate da motivazioni
umanitarie;

…desidererei una “Giustizia” diversa, più diretta e più coinvolgente dei cittadini, che fosse più consona e più vicina alle aspettative dell’uomo moderno, a tutela di una migliore qualità della vita sociale;

…desidererei che la “Uguaglianza” tra gli uomini, fosse realmente tale e che rispettasse soprattutto le pari opportunità, senza sopraffazioni degli uni sugli altri, nell’avvicendamento delle supremazie;

…desidererei che la “Unificazione” delle razze umane, non rispondesse alla perdita delle conquiste che, la nostra civiltà, ha maturato in migliaia di anni e andassero disperse in un gioco al ribasso;

…desidererei che, i “Diritti Umani”, gestiti da normative internazionali, prevedessero severe sanzioni, da applicare verso chi NON dovesse rispettare i propri “Doveri Umani”.

Perché se c’è un Diritto Umano violato, di conseguenza, c’è anche chi, quel Diritto Umano, lo vìola, in danno di ogni cittadino del mondo.

Insomma, desidererei che le disfunzioni della Società moderna, non fossero nascoste dietro gli slogan dei luoghi comuni, ma fossero affrontate, discusse e sviluppate nel merito, da parte di tutti gli uomini di buona volontà, per risolvere i mali della nostra Civiltà, che la rendono inadeguata e incapace di essere in linea coi “Tempi” che cambiano.

So che ciò che è rappresentato dal mio desiderio, è pressoché utopistico, ma verso una cosa sono “convintamente” contro: sono contro la palese coercizione, da qualsiasi “area sociale” e da “chiunque” essa venga posta in essere, in danno dei liberi cittadini e del loro libero pensiero.

*Opinionista di Arte e di Politica

 

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