Sono stato sempre attratto dalle pubblicità. Provocanti, pungenti, ironiche, immediate. Alcune riportano alla mente ricordi dell’adolescenza, altre evocano situazioni similari vissute in prima persona, spesso sono accompagnate da musiche o canzoni che entrano nella testa ed il jingle o il ritornello finiscono per essere canticchiati tutta la giornata.
La partenza, l’addio, i ricordi, la solitudine, l’impatto con una realtà diversa e fredda, la sensazione che manchi qualcosa. Può una semplice pubblicità evocarti tutto questo? La risposta è si. Ultimamente c’è uno spot televisivo di una nota azienda di acquisti e spedizioni on line che per me, “emigrante di lungo corso” è un vero e proprio tuffo al cuore ogni volta che la guardo. Trama semplice e lineare: una giovane donna lascia la sua “confort zone”, ovvero la sua cittadina tranquilla piena di verde e di colori ed arriva nella grande città per iniziare la sua nuova vita. Palazzoni enormi grigi la accolgono; una città asettica, spoglia, buia ed un appartamento freddo, silenzioso nel quale la ragazza deve rimodulare la propria vita in maniera completamente diversa dal clima allegro e festoso di casa sua.
Ovviamente anche il meteo non contribuisce a rendere l’accoglienza meno traumatica, col suo cielo plumbeo che minaccia pioggia. Ecco allora la genialata della nuova inquilina! Le viene in mente di ridisegnare completamente lo spazio del suo appartamento, trasformandolo in una serra verdeggiante che finisce per diventare il vero cazzotto nell’occhio, il pugno di vegetazione lussureggiante all’interno di un asettico condominio. Ovviamente per poter trasformare il suo nuovo habitat, si rivolge all’Azienda suddetta che in brevissimo tempo le fa arrivare a casa piante, vasi, terreno, e l’immagine finale del palazzo visto da lontano dal quale emerge questa macchia verde è assolutamente iconica.
Se poi il breve filmato dello spot è accompagnato anche da una musica straordinaria l’effetto è prorompente. Vi invito infatti ad ascoltare “full of life” brano del 2023 di “Christine and the Queens” che altro non è che un “sample” (tecnicamente si dice cosi’) della canzone “Canon” del compositore Johann Pachelbel che, per un periodo, ho avuto anche come suoneria del cellulare.
Ovviamente non ho rapporti con l’Azienda in questione, nessuno mi pagherà per averne parlato: Semplicemente vedere lo spot in tv accompagnato da una canzone dolcissima non mi ha lasciato insensibile, perché ha riaperto il cassetto dei ricordi di identiche situazioni vissute tanti anni fa.
Mi ha fatto anche pensare quanto poco basterebbe affinche’ anche i paesaggi urbani più caotici, spogli, incolori, possano trasformarsi in dei quadri d’autore se su ogni balcone, terrazzo, finestra apparisse per incanto una piantina o un vaso pieno di fiori variopinti. Ne beneficerebbero gli occhi, lo spirito e l’anima e forse si respirerebbe anche meglio, ma credo che questo sia solo il desiderio utopistico di una persona che non smetterà mai di sognare. Madre Teresa di Calcutta diceva che “ da sola non poteva cambiare il mondo, ma poteva lanciare una pietra nell’acqua per creare molte piccole onde”.
Tante piccole onde smuovono le acque, ma purtroppo per smuovere le coscienze credo ci voglia ben altro se non si ha nemmeno la voglia di far fiorire un balcone.
Scugnizzo69.