Di Daniela Piesco Direttore Responsabile
Le parole pronunciate da Ignazio La Russa durante la Cerimonia del Ventaglio, commentando i fatti di sabato sera a Torino, dove un cronista del quotidiano La Stampa è stato picchiato da militanti di estrema destra nel locale Asso di Bastoni, mentre filmava la “Festa della Torino nera” mi hanno fatto ricordare un film del 2006 “Idiocracy“con la regia di Mike Judge.
Nel film, per chi non lo avesse visto,un ragazzo “normale” viene ibernato per essere riportato in vita nel futuro. Peccato che il futuro che si trova davanti non rispetti i piani perché il degrado a cui gli States nel frattempo,vanno incontro,è tale da fare si che il viaggio è sí in avanti ma di fatto all’indietro. Gli Stati Uniti sono infatti diventati un Paese popolato da autentici idioti incapaci di risolvere qualsivoglia problema.
L’umorismo corrosivo di Mike Judge ha così modo di espandersi a tutti gli aspetti di una società ormai in inarrestabile declino ..
Come ogni buon osservatore dei costumi dei propri contemporanei il regista cerca nel nostro presente i germi di un futuro secondo lui carico di negatività e la sua satira è molto ‘made in Usa’ ma può estendersi per molti aspetti all’intero pianeta e ai suoi usi e costumi sempre più ‘bassi’.
Facile pensare ad un destino simile vivendo periodi al di sotto del limite morale inferiore ..
Afferma Larussa :
“Sulla vicenda di questi giorni, ho una posizione di assoluta e totale condanna. Ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti. La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista. Non sto giustificando niente. Non credo però che il giornalista passasse lì per caso, trovo più giusto se l’avesse detto. Ma questo non può giustificare minimamente l’azione violenta”.
Quindi La Russa , seconda carica dello Stato, regala la sua solidarietà pelosa ad Andrea Joly per le botte ricevute fingendo sdegno ma precisa che se non si vuol essere picchiati è necessario dichiararsi giornalista e di fronte ai fascisti di Casapound, trova il modo di fare una reprimenda nei confronti del giornalista stesso colpevole di non essersi dichiarato e di aver fatto un’incursione giornalistica incauta.
Ma bisogna dichiararsi giornalisti per farsi menare di più o di meno?
C’erano cento fascisti in mezzo alla strada a mezzanotte che cantavano a squarciagola canzoncine mussoliniane riempiendo l’aria di fumogeni.. Cercavano privacy?
Uno che non è giornalista e fotografa una festa può essere picchiato. Ma vale per tutti o solo per CasaPound?
È tollerabile un atteggiamento del genere?
Mi spiego meglio.
Tutti ricordiamo la partita a Croquet della Regina in Alice nel paese delle meraviglie e il gran caos che si crea in essa. Ciascuno vuole seguire le sue regole nel gioco ma la Regina chiede continuamente alle guardie di mozzare il capo a chiunque non sia d’accordo con lei.
Riflettiamo ora su come agire in questi casi, ovvero quando qualcuno è intollerante e vuole far valere le sue scelte in qualsiasi modo, anche ponendo fine alla vita altrui, quanto bisogna essere tolleranti in questi casi, o meglio, bisogna tollerare gli intolleranti?
Questa è la stessa domanda su cui riflette Karl Popper in “La società aperta e i suoi nemici” Vol.1 (1945), testo in cui espone il paradosso della tolleranza. Il filosofo ritiene che il modo migliore per far prevalere la tolleranza non sia essere sempre tolleranti, ma non tollerare gli intolleranti, poiché la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza stessa.
Se, infatti, tollerassimo la Regina, lei attuerebbe l’intolleranza: questo è un esempio del paradosso di Popper.
In sintesi per quanto tempo ancora saremo costretti a tollerare il governo degli intolleranti fratelli prima che spazzino via ogni limite di ciò che può essere tollerabile?