Ci piacerebbe parlare dell’immaginario ed ipotetico “modello Benevento”, così tanto sbandierato da Mastella e dal mastellismo, di miglioramento delle condizioni strutturali dell’economia cittadina, di 2000 posti di lavoro creati per invertire la condizione del disagio giovanile nella nostra città e invece purtroppo siamo costretti a disquisire delle modalità, peraltro discutibili, con cui vengono distribuiti incarichi con affidamento diretto a professionisti di altre regioni d’Italia.

Si nota, negli ultimi tempi, una certa tendenza a uno strano “esotismo”, volto a premiare professionisti di tutte le regioni, e non solo gli amici degli amici.
Non è passato inosservato l’incarico di consulenza per supporto agli interventi dell’Ambito Sociale B1 affidato a un professionista di Ostuni.
Nulla quaestio naturalmente sulla professionalità dell’affidatario: resta tuttavia la perplessità riguardo la necessità di affidare un incarico di consulenza di 30mila euro per attività di supporto del settore, laddove ci sono già 13 assistenti sociali, 5 funzionari di categoria D, una posizione organizzativa, un dirigente coordinatore d’Ambito. A questo si aggiunge
l’affidamento dell’incarico di revisore contabile per i progetti Sprar ad un commercialista della provincia di Potenza.
Eppure non sembra che la provincia e la Città di Benevento siano carenti di eccellenti professionalità nel campo.
Un modello singolare e non certo virtuoso, visto che spesso si affidano, con esborsi a carico dell’ente e dunque dei cittadini, incarichi che potrebbero benissimo essere svolti da chi già lavora al Comune di Benevento.

Gruppo Pd

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