L’ opinione del Direttore Daniela Piesco 

Mosca sembra guardare con distacco alla crisi in corso tra Hamas e Israele, ma in realtà è da diversi anni un attore chiave in Medio Oriente.

Quali sono le relazioni tra la Russia e i protagonisti del conflitto tra Israele e Hamas?

Abbiamo assistito alla visita dell’ex ministro della Difesa russo Shoigu in Iran e in Azerbaigian questa settimana.

Ebbene, come ha detto il mese scorso il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov al Consiglio di Sicurezza, la Russia non rimarrà in disparte per sempre. Se Israele avesse continuato a comportarsi in modo irresponsabile, aveva chiarito, la Russia avrebbe preso posizione.

E Mosca ha scelto da che parte stare: dalla parte dell’Iran.

Dopo aver firmato un accordo di difesa strategica, i cui dettagli rimangono in gran parte segreti, la Russia assisterà l’Iran con quello di cui l’Iran ha bisogno. Teheran ha richiesto alla Russia armi sofisticate, radar di ultima generazione e sistemi moderni per la difesa aerea. Mosca gli sta fornendo queste armi.

E attenzione non solo le armi, ma nel paese arrivano anche tecnici russi che forniranno consulenza e forse addirittura l’utilizzo in prima persona.

Lo ripeto perché forse non è di immediata intuizione la portata di quello a cui stiamo assistendo: la presenza di sofisticati armamenti russi sul suolo iraniano, il loro schieramento per l’utilizzo a disposizione di Teheran e personale russo pronto ad utilizzarlo.

È qualcosa di enorme.

Tutto il mondo aspetta la prossima mossa iraniana. Gli Stati uniti annunciano praticamente ogni giorno l’attacco di ritorsione che invece ancora non è arrivato.

Ma vale la pena domandarsi che tipo di risposta sarà quella dell’Iran?

Con l’operazione “Vera promessa” dell’aprile scorso, Teheran ha stabilito una linea rossa che Israele non avrebbe potuto oltrepassare, vale a dire qualsiasi attacco contro il suolo iraniano. Ed è proprio quello che Israele ha fatto, assassinando il leader di Hamas nel centro di Teheran.

All’epoca l’Iran aveva affermato che qualsiasi risposta futura sarebbe stata molto più ampia di quella avvenuta ad aprile. Sarebbe stata enorme e travolgente per usare le parole delle autorità iraniane. Quindi, non dare seguito ora a quanto promesso in precedenza equivarrebbe di fatto ad una resa, con Tel Aviv che assumerebbe il comando della situazione, avendo sempre la possibilità di attaccare il territorio iraniano a suo piacimento.

L’Iran non ha altra scelta che rispondere in modo coerente con quanto dichiarato, ma, e questo è un elemento che ancora non è ben compreso negli Stati Uniti e in Europa, può permettersi il lusso di rispondere nel momento e nel luogo di sua scelta.

Personalmente ritengo che ciò che sta accadendo in questo momento è proprio questo: l’Iran sta facendo tutti i preparativi necessari per portare a termine questa ritorsione su larga scala ed essere preparato a qualunque scenario successivo possibile con Israele.

E l’ Italia?

Premesso che la Nato è la più grande minaccia per il futuro dell’Europa ci si chiede cosa dovrebbe fare un paese come l’Italia verso l’Alleanza Atlantica?

Beh la risposta è semplice:l’Italia deve scegliere se essere un leader in Europa o un esecutore degli ordini degli Stati Uniti. Se l’Italia rimane nella NATO, sarà per sempre subordinata agli imperativi di sicurezza nazionale e di politica estera dettati dagli Usa perché l’Alleanza atlantica è uno strumento degli Stati Uniti.

Se, al contrario, vuole essere un Paese leader in Europa, allora deve lavorare affinché nel continente si creino le condizioni di una struttura di sicurezza indipendente dagli Stati Uniti. E, qualora l’Italia decidesse di lavorare con serietà a questo progetto, deve trattare con tutti i paesi europei, compresa la Russia.

Quindi, appare pressoché evidente che anziché cercare un confronto con Mosca su diktat degli Stati Uniti, l’Italia dovrebbe cercare di collaborare con la Russia per creare un quadro di sicurezza che porti pace e stabilità a tutta l’Europa.

Questa dovrebbe essere la priorità dell’Italia. La NATO non è la soluzione.

La NATO è il problema.

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