Di Raffaele Romano 

Dopo tanta enfasi commemorativa a partire dal colle più alto di Roma si continua a spacciare la “narrazione” per “Storia”.La mia battaglia da storico che produce documentazione ed informa quelli che mi seguono alla presentazione dei miei libri continua.Purtroppo si diluiscono molti avvenimenti della nostra Storia in favole del mondo di “Barbie” dove è sempre più bello e più pulito, ma non è reale è semplicemente falso e manipolato.All’italiano medio è stato proibito di conoscere la Storia che ci informa sul passato così da poter comprendere il presente e costruire il futuro.

Il caso ultimo sono i morti della miniera di Marcinelle dove tutti hanno fatto appelli accorati e post per non dimenticare, ma senza far conoscere la verità storica.L’accordo italo-belga del 1946, oggetto in seguito di successive integrazioni e precisazioni, prevedeva infatti che il Belgio accogliesse migliaia di lavoratori italiani nelle miniere di carbone belghe e assicurava all’Italia un’importante fornitura di carbone, proporzionale al numero di minatori inviati.In questo modo, il Belgio superava la carenza di manodopera che ne stava rallentando la ripresa industriale, mentre l’Italia, Paese sconfitto nella seconda guerra mondiale e che versava in condizioni economiche disastrose, trovava una valvola di sfogo alla dilagante disoccupazione che caratterizzava il dopoguerra e si garantiva una materia prima indispensabile alla Ricostruzione.
Il 23 giugno 1946 venne firmato a Roma il protocollo italo-belga per il trasferimento di 50.000 lavoratori adattati a minatori italiani in Belgio. In cambio il governo belga si impegna a vendere mensilmente all’Italia un minimo di 2.500 tonnellate di carbone ogni 1.000 minatori immigrati.

La manodopera non doveva avere più di 35 anni e gli invii riguardano 2.000 persone alla volta (per settimana). Il contratto prevedeva 5 anni di miniera, con l’obbligo tassativo, pena l’arresto, di farne almeno uno.Le pattuizioni tra i due governi erano dettagliate e minuziose in merito al reclutamento e allo spostamento dei lavoratori, ma nulla viene scritto relativamente ai loro diritti, alla loro salute e sicurezza. E infatti in miniera i morti saranno migliaia.
Un allegato che ne precisava certe modalità d’applicazione fu firmato a Roma il 27 aprile 1947.L’accordo prevedeva 12 punti che non furono mai verificati e controllati dall’Italia a partire dagli alloggi che furono baracche che erano state utilizzate come campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

Ma all’ombra dei trattati si aprirà il dramma di migliaia di lavoratori, che si troveranno ad affrontare durissime condizioni di vita e di lavoro e saliranno drammaticamente alla ribalta alcuni anni dopo, quando un incendio scoppiato nella miniera del Bois du Cazier di Marcinelle perderanno la vita 262 persone, tra cui ben 136 immigrati italiani.

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