Finalmente una Nazionale con le….. palle! In tutti i sensi. Finalmente una protesta forte, ferma che farà parlare. Finalmente sono stati abbattuti gli schemi del politicamente corretto, del facciamo sentire ma a bassa voce, facciamo il nostro compitino istituzionale che tanto non cambierà nulla.
Per chi non lo avesse capito sto parlando del gesto di protesta della nostra squadra Nazionale di pallanuoto (quella che in gergo viene chiamata Settebello) che oggi, all’inizio dell’incontro valevole per il bronzo, si è girata di spalle al momento dell’esecuzione dell’inno di Mameli e poi al primo pallone toccato ha chiamato time out con l’autoespulsione di Condemi.
Riavvolgiamo il nastro per capire meglio quanto accaduto: l’altro ieri nel corso del quarto di finale fra l’Italia e Ungheria (che, giusto per capirci, nella pallanuoto equivale ad un Italia – Brasile o Italia Germania nel calcio dei tempi migliori ) l’Italia segna con Condemi il gol del 3-3. Interviene però il VAR che giudica il movimento dell’azzurro come antisportivo con conseguente espulsione dello stesso, annullamento del gol italiano, concessione di un rigore a favore dei magiari che verrà segnato cambiando le sorti del risultato da 3-3 a 2-4, con l’ulteriore aggravante di dover giocare anche 4 minuti in inferiorità numerica. Una mazzata terribile! Decisione contestatissima e fischiata dall’intero palazzetto.
Ma non finisce qui, perché al termine del match purtroppo perso ai rigori dopo che gli azzurri erano stati bravi a rimettersi in carreggiata, la Federazione Italiana fa giustamente ricorso chiedendo la ripetizione del match. Ed a quel punto la frittata si completa in quanto la Commissione, dopo aver esaminato il video dell’azione incriminata e dopo aver ascoltato l’azzurro Francesco Condemi protagonista dell’episodio insieme al vicepresidente della Fin, Giuseppe Marotta e al direttore tecnico Fabio Conti, decide di respingere il ricorso, ma di cancellare la squalifica per Francesco Condemi in quanto decade la ‘brutalità’ del suo gesto” .
Dalle immagini visionate l’azzurro Condemi, in occasione del gol, dopo aver lasciato andare il pallone colpisce con la mano il volto del suo avversario. Un contatto di gioco del tutto involontario che l’arbitro montenegrino ha però giudicato come il più grave tra gli interventi fallosi nella pallanuoto. Una decisione che ha fatto infuriare l’intera spedizione azzurra che ha sollevato anche dei sospetti riguardo la designazione del direttore di gara divenuto poi protagonista nell’episodio che ha inevitabilmente condizionato la partita con l’Ungheria: “Non ho parole su quello che si è visto. Era evidente. E lo avevo detto a chi di dovere già prima della partita che questa designazione era stata ‘presa dall’alto’ in una certa maniera” ha infatti detto il ct Sandro Campagna ai microfoni di Rai Sport al termine del match.
Oggi, come detto, la decisione di girare le spalle al campo di gara durante l’Inno ed il gesto polemico di Condemi di autoespellersi dopo due secondi. Personalmente sono convinto che indipendentemente da vittimismi o nazionalismi, sono questi i gesti che occorrono affinchè si possano cambiare le regole o le interpretazione errate delle stesse da parte di giudici a volte troppo convinti del ruolo o semplicemente messi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Almeno per i nostri colori sarà ricordata come l’Olimpiade dei torti subiti. Era successo nella scherma con le stoccate da oro non viste o non giudicate tali di Filippo Macchi contro Cheung, e della Errigo contro la Scruggs, nel judo con Odette Giuffrida giunta quarta senza aver mai subito un punto a cui è capitato di essere arbitrata dallo stesso arbitro sia in semifinale che nella finale terzo e quarto posto vedendosi rifilare tre penalità con la squalifica in entrambi gli incontri. L’elenco continua nel pugilato con Aziz Mouhiidine ed un verdetto non unanime di sconfitta in un incontro stradominato che ha portato il presidente della Federazione Pugilistica Italiana a scrivere una lettera al Cio che esordiva con: “Vergognatevi”. Eloquente direi… Per finire come non ricordare la maestosa prova di Gennaro Pirelli nel Judo contro il gigante idolo di casa Renier a cui il napoletano ha tenuto testa nonostante 20 cm e 20 kg in meno.
Squalificato per tre penalità dopo che l’arbitro per almeno due volte non ha gravato della terza penalità per passività il francese; penalità che avrebbe decretato una storica sconfitta visto che il francese ha vinto per 8 volte il campionato del mondo ed è stato imbattuto per 154 incontri consecutivi.
Insomma, un Olimpiade che ci ha purtroppo visto subire passivamente torti che vanno al di la del semplice tifo emotivo nazionalistico. Almeno fino ad oggi…Se dalle ceneri rinasce l’Araba Fenice, speriamo che dall’acqua rinasca la correttezza e la lealtà sportiva spesso dimenticata o peggio ancora, male interpretata
Scugnizzo 69