“evo di vita bimbo che per gioco pedine sposta sovrano potere di bimbo
ERACLITO. Frammento 52
Oggi abbiamo bisogno da una filosofia quotidiana,una filosofia che può formare una nuova relazione fra teoria e prassi, tra riflessione trascendentale e atteggiamento naturale o tra filosofia e vita. E’ fatto che la filosofia come teoria dei concetti in un orizzonte trascendentale non esiste. La filosofia sul rapporto pensiero – linguaggio – azione,quasi in modo categorico e proprio come analisi di un’ ermeneutica del presente diventa una pratica intuizione ermeneutica nella etero costituzione del Dasein, in essere-nel- mondo. Se viviamo la fine del senso, o meglio delle varie forme di trascendenza del senso che hanno segnato la nostra cultura, questo non significa che abbiamo perso il gioco (il gioco della vita).
K. Axelos scriverà «non si può fare altro che giocare su e con il gioco dei due sensi della parola gioco: giocare come una porta gioca sul proprio asse e giocare come un gioco. La sistematica più o meno esplicita delle regole del gioco umano e delle sue trasgressioni, cioè la problematica etica, armonizzerebbe sotto forma di un equilibrio sempre instabile la partecipazione dell’uomo al gioco del mondo».
Il gioco come oggetto di una rappresentazione per un soggetto ri-produce le nuove linee di un’ermeneutica del presente,centrata sulla constatazione dei processi,dalla vita (per sé) alla vita (in sé). [1]
L’uomo,nella sua natura, è il solo animale capace di simbolizzare,di pensare, di rappresentare. Il pensiero (noesis-diania) come simbolo e rappresentazione corrisponde alla parola latina (cogitario). La parola (pensiero-cogitatio) ha quarto significati: si può definire come qualsiasi attività intuitiva .IL primo vinificato è il più vasto del termine. Con esso s’intende qualsiasi. Di questo parere sono Cartesio, Spinoza, Laibniz, Kant .Qui gli atti vita spirituale è prodotto della rappresentazione e della simbolizzazione.
Dal pensiero scaturisce lo stile, (il mondo della vita), come idea che,secondo il significato comune, indica qualsiasi oggetto del pensiero umano. Pero,ogni pensiero umano esige una applicazione pratica e allora nasce la filosofia. Platone definisce la filosofia come l’uso del sapere-pensiero a viaggio dell’uomo – della vita. Egli dice che (a nulla servirebbe essere capaci di trasformare le pietre in oro se non si sapesse servirsi dell’oro; a nulla servirebbe la scienza che rendesse immortali se non si sapesse come servirsi dell’immortalità. Rep.vii-5349)
Platone vede la “prudenti”a nelle cose, come “possibile essere” e cerca la radice quadrata della ragion pratica.(Repubblica A427d, Politico,307, e Leggi, A631b.) Aristotele al sesto libro dell’Etica nicomachea, distingue due diverse forme di conoscenza : le scienze teoretiche e le scienze pratiche.Le prime attraverso la dimostrazione (abbiamo il principio del motivo valido che esige di essere collegate tutte le cose) [ 2 ] colgono il certo, il necessario, l’ universale; le seconde attraverso l’ argomentazione mettono in luce il possibile essere. Le seconde, presentano come oggetto le cose che possono essere immaginazione del gioco che vengono dalla poeticità del mondo. Cosi le cose sono soggette a deliberazione e l’uomo come giocatore vive una trasposizione immaginativa della poeticità. Proprio per questo la praxis umana è mutevole, causale e occasionale, e non ha pertanto una necessità logica .Da qui nasce la fronisis, la prudentia. La prudentia esiste nel senso di (poiein) che significa produrre è il senso di ” fa essere “; qui corrisponde la verità (Alethei ) dando luce a tutte le cose. [3]
Il poeta greco Ghiorgos Seferis ( 1900-1971, Premio Nobe ) dice che la poesia si trova dappertutto . Con altre parole la poesia è e sarà necessaria. La poesia (cioè il poiein) come documento vitale è di per sé, come una storia della memoria, la memoria di tutto quanto esiste in ciò che viviamo. Qui sostiene l’ontologia della poesia come praxis umana. La poeticità del mondo significa farle possibili o assolute le cose o questione più o meno aperte, rivelatrici dello stesso mistero che la verità del creato e del ricreato .Da qui parte un nuovo modello della pratica filosofica, un modello che si sposa la poesia e la filosofia.
Questo modello ha due dimensione : La prima dice che la poesia è unità cosmica dell’ essere e cose, e’ la relazione del io con la temporalità, una forma di amore multiplo in quello che universo e l’ uomo esistono nella naturalezza come materia prima del mistero. E’ una coscienza del planetario, con il quale s’iscrive la metafora e la metonimia (secondo Nietzshe) come gioco della verità nella tendenza della liberazione. Cosi la poesia parte da un incontro essenziale con la realtà. Questo incontro si chiama percezione o penetrazione in una visione del mondo. La penetrazione non è un monologo dell’Io ( Ego ) ne’ un dialogo del Tu e dell’ Io come universo chiuso ,ma è un universo aperto. Cosi l’uomo acquista il senso dell’estetica e le cose diventano scintille di bellezza e di magia che vibrano con la metafora.
La poesia non è una visione cieca al limite dell’inconscio o meglio un modo per l’inconscio di rendersi particolarmente cosciente perché la poesia sostiene l’ intermedio stadio tra inconscio e coscienza, cioè il paradosso. Il paradosso è il moto della vita, è il rischio è la forma della sovra determinazione, quale agire nel mondo. Non vede la reinterpretazione del simbolico da parte dello psicoanalitico come un’operazione riduttiva ma vede come elemento esistenziale delle cose. Dopo la Rivoluzione del Desiderio, l’inconscio (in generale come ordine psichico ) diventa l’ istanza insuperabile che conferisce uno jus primae noctis (secondo Jean Baudrillard) su tutte le formazioni individuali e sociali precedenti .
Cosi il pensiero dell’inconscio, come quello della coscienza è ancora un pensiero della discontinuità e della frattura (d’ un oggetto perduto e d’ un soggetto che sfugge per sempre). La poesia non entra in questa produttività che viene dal mito moderno dell’inconscio della psicoanalisi [4] ma diventa una nuova restituzione dello scambio simbolico del mondo (ecco che cosa significa poeticità del mondο)
La seconda dimensione è la filosofia cosi come si sviluppa oggi. Oggi non esiste una certa risposta alla domanda ” dove va il pensiero filosofico “.La filosofia metacritica e meta dialettica, ( non c’ è più una dialettica, ma un cammino che si biforca senza soluzioni ) superando ogni paura di pensare e ogni compiacimento del non – pensare, del cosiddetto post-moderno fuori di ogni paragonabile e fuori dalla esperienza che
sostiene un senso forte e integrale esamina lo sviluppo rigoroso del mondo nel rapporto delle cose con l’ essere e con il niente. La crisi della filosofia metafisica tradizionale corrisponde al disuso del dispositivo metanarrativo di legittimazione (secondo J.- F Lyotard) e la filosofia post-moderna diventa l’ incredulità nei confronti delle meta narrazione ( sempre secondo Lyotard ) [ 5 ]. La filosofia passa in un altro tipo di sapere senza un racconto speculativo e senza dei progetti di totalizzazione.
Le grande narrazioni hanno perso le credibilità. La circolarità fra domanda e risposta non trova più i prolungaminti in tutti i campi. Tanto la narrazione quanto la meta narrazione sono privi di conseguenze. La vera soggettività è l’autocoscienza sono mediate e indirette. Passano dall’altro; se l’altro non ci fosse, il soggetto non avrei conoscenza. L’altro non solo l’altro soggetto ma l’Altro con significato di Lacan è appunto la testimonianza della semiologia della vita. (non dirò della verità perché la verità non è al di fuori del potere, ne’ senza potere secondo M. Foucault ).
La filosofia oggi non vuole costruire una nuova metafisica dell’alterità e della differenza. In questa fine epocale, occorre un pensiero poetico-filosofico che comprenda non soltanto la finitudine (la finitudine si presenta molte volte come autorealizzazione -self realisation, auto espressione, in un pan-determinismo che favorisce il fatalismo della psiconevrosi e proprio la necessità della psicoterapia che si nutre dall’ incertezza umana) ma quella dell’ essere. Cosi l’esistenza diventa il senso dell’essere, poiché ogni volta si tratta non dell’essere in generale, ma di una singolarità’ finita d’essere.
“Cambiare le regole del gioco”, e ” costruire nuovi ordini “, significa (secondo il preporre filosofico) che non basta governare l’ esistenza- l’ esistente, e anche che bisogna avere il coraggio di rappresentare anche ciò che è distruttivo, secondo A. Asor Rosa. Nell’ epoca post-moderna (post freudiana e post marxista) tra il processo avanzato della relative destrutturazione della società e la destruttazione o minore strutturazione della personalità la filosofia con un ruolo non stabile e fisso tocca il cuore delle cose con un sguardo poetico. Sapendo che tutte le soluzioni comprendono la stessa problematica e permangono problematiche, è meglio rimanere nella problematica della poeticità del mondo dove corre l’ energia della coscienza cosmica e l’ inconscio collettivo (come paradosso, secondo il pensiero poetico-filosofico) dell’ umanità che si toccano negli archetipi dell’ immaginario e permettono l’ intuizione dell’ Essere.
Se ogni epoca produce il proprio pensiero, quella di oggi vuole essere un pensiero poetico-filosofico su stanziatrice dell’errare del pensiero planetario.Tanto più il pensiero poetico-filosofico che pensa e si esprime in quanto l’ uomo comune tende in fretta a unificare le sue idee, cosi queste, frammentariamente come nella realtà coesistono, non siano più che potenziale somma dei confronti dell’ essere errante del uomo. Uomo che è in ogni parte perché è padrone del senso poeti cale. (poeticamente abita l’ uomo dice Holderlin)
Da qui il pensiero poetico- filosofico, che è l’essenza della vita come ” passi sulle sabbie del tempo ” ha il proposito di definirsi come pratica filosofica [ 6 ] che dona alle cose, nuovi nomi e il rito sforma in maniera essenziale. Cosi giungiamo all’ importanza dove tutti gli elementi della creazione poetico-filosofiche trovano poi spontaneamente la loro espressione.
[1] Per il gioco hanno parlato Eraclito,Heidegger,Fink,Axelos,Derrida.
Eraclito scrive : ” evo di vita bimbo che per gioco pedine sposta sovrano potere di bimbo.” Fram.52
[2] E. Paci diceva ” Una vera razionalità è sempre in rapporto correlativo con l’ irrazionale ”
[3] Pindaro, Ode, Nemea,iii, 29 V
[4] Troviamo il significato del Es non solo in Freud ma anche come ci arriva da Nietzsche o anche il complesso di Edipo, come lo troviamo nella Genesi della Tragedia, ma anche nella critica della religione cosi come la definisce Feurbach.Di certo Freud si è molto ispirato al ” soggetto trascendentale ” di Schopenhauer, sul quale e’ praticamente basata la libido di Freud.
[5] J.-F.Lyotard, La condition postmoderne,Paris, Les Editions de Minuit,1979.
[6] Oggi molti parlano di pratica filosofica, come consulenza filosofica, pero dimenticano la dimensione che hanno dato Eric Voegelin,Hannah Arendt, in Italia Benedetto Croce pubblicò nel 1908 la sua Filosofia della pratica, in Grecia Evagelos Papanoutsos ha scritto il libro “Pratica Filosofica” già dall’ 1980.
Apostolos Apostolou
Docente di Filosofia