Di Letizia Ceroni 

Ad agosto è stato approvato l’emendamento che parifica la cannabis light a quella non light.
Questo emendamento andrà a modificare il Ddl sicurezza che verrà presentato in Camera dei Deputati e Senato. Se venisse approvato dal Parlamento, sarebbe vietata la produzione e la vendita della cannabis con un contenuto di Thc inferiore allo 0,2% resa legale e commerciabile dalla legge 242 del 2016.Il Ddl verrà votato a settembre.

Ricapitolando
Il 6 luglio 2024, nella Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato un decreto legge il cui contenuto e scopo risultano volti all’inserimento delle composizioni ad uso orale di CBD (cannabidiolo) , estratto dalla cannabis, nel novero dei medicinali stupefacenti.

Il decreto fu emanato per la prima volta nel 2020 dal ministro Speranza ma venne bloccato prima della sua entrata in vigore per mancanza di prove e in attesa di studi approfonditi.
Nel 2023, fu riproposto da Schillaci, potendo, come ministro della salute, acquisire nuovi pareri dall’ Istituto e dal Consiglio Superiore di Sanità.
Il decreto verrà di nuovo sospeso, questa volta in seguito al ricorso al TAR del Lazio, la cui sentenza ultima, sarebbe prevista a settembre 2024.

La legge 242/2016, consente la vendita di infiorescenze di canapa ( Cannabis Sativa Light) resine ed estratti all’interno dei quali è possibile prevedere una percentuale di THC che però deve disporsi al di sotto dello 0,5%allo scopo di scongiurare qualsiasi effetto psicoattivo. Il CBD non è una sostanza psicoattiva per cui non è soggetta alle limitazioni previste dalla suddetta legge, quindi,inserirlo nelle tabelle di sostanze psicotrope, è un controsenso oltre che un grave errore perché non ha la stessa psicoattività del THC,il principale agente psicotropo della cannabis.
Una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2020, dispone l’inattuabilità di un divieto alla commercializzazione del cannabidiolo legalmente prodotto.
L’ Italia rischia di diventare l’unico paese al mondo che annovera il CBD fra gli stupefacenti, con le conseguenze del caso.

Si è creata una filiera, con le materie prime della canapa si possono ottenere , in modo pulito e molto conveniente, una grande varietà di prodotti oltre a quelli che già conosciamo, nei negozi dove vendono prodotti della cannabis si possono trovare tisane, prodotti alimentari elaborati , prodotti cosmetici e curativi.È noto anche il suo uso in medicina, in special modo nelle terapie del dolore.Possono anche essere ricavati prodotti per l’edilizia, per l’industria tessile, per la produzione di carta e, cosa da non trascurare, il beneficio che l’ambiente ne trarrebbe dalla sua coltivazione.Ad esempio, un ettaro di canapa è in grado di assorbire da 9 a 15 tonnellate di CO2, ed ha altri pregi che non sto ad elencare ma che sarebbero un toccasana in campo ecologico.

Tornando alla filiera, si parla di almeno 15000 posti di lavoro a rischio.
Molti giovani hanno investito le loro risorse per questa attività, sia per le colture che per il commercio ed ora, vedono sfumare tutti i loro sforzi.
Non si possono fare le leggi in nome di pregiudizi che dimostrano una grande ignoranza in materia, oppure, se vogliamo andare più a fondo, per favorire lobby che perderebbero sicuramente dalla espansione di questa filiera.Molta gente ha scoperto i prodotti e i loro benefici e i malati, anche oncologici, che usufruiscono di queste cure che difficoltà troveranno? Non potranno avere alternative ed affidarsi a cure farmacologiche senza possibilità di scelta?Trovo la mancanza di riguardo per il lato umano della situazione, assolutamente inaccettabile, si tratta di ignorare i sacrifici di persone che hanno investito il loro futuro in queste attività e le possibilità di cure per persone sofferenti.

L’emendamento del governo al DDL sicurezza che introduce una stretta significativa sulla cannabis light, vieta l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa light in tutte le sue forme, non ci vuole molto a capire come andrà a finire una faccenda probabilmente già decisa.
Gli operatori del settore, si stanno muovendo per cercare di contrastare l’emendamento.

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