Di Daniele Piro

Le donne. Muse ispiratrici, capaci di addolcirci la vita o di rovinarcela. Odi, poemi, liriche, poesie, racconti e canzoni a loro dedicate. Oggi mi sono divertito a stilare un piccolo elenco dei nomi di donna presenti nelle canzoni del nostro panorama musicale italiano. Ovviamente ce ne sono molte altre più o meno conosciute, ma non basterebbero le giornate per elencarle tutte. Siete pronti? Allora venite con me in questo viaggio che vi susciterà sicuramente ricordi, emozioni; probabilmente, mi rivolgo al gentil sesso, vi sentirete anche chiamate in causa, visto che il vostro nome sicuramente comparirà in una canzone.
Si parte con la dolce Agnese di Ivan Graziani, la maestosa bellezza cantata da Rino Gaetano in Aida e di Alice che guarda i gatti che a loro volta guardano il sole. Sapevate poi dell’esistenza di molte canzoni dedicate ad Alessandra? Se non mi credete ascoltate Biagio Antonacci, i Pooh ed i Cugini di Campagna. Ci sono anche canzoni dedicate ad Angela rispettivamente di Luigi Tenco, Biagio Antonacci e Califano, proseguendo con Angelica delle Vibrazioni, Angelina di Ivan Graziani. Anna merita un capitolo a parte visto che la ritroviamo fra i nomi cantati da Battisti, Tozzi che la sta perdendo ma anche nello splendido ricordo della Magnani in Anna Verrà di Pino Daniele che poi ci descrive anche la paura di amare in Annare’ (paura e ce ‘ncuntrà e nun senti’ cchiu’ a stessa voce….)a cui fa eco l’amore perduto nei ricordi per la Annare’ di Gigi D’Alessio,passando per la canzone per Anna di Guccini fino ad arrivare alla storia di Anna e Marco di Lucio Dalla. Poteva mai mancare l’amore paterno cantato da Eros Ramazzotti alla sua Aurora? E siamo solo alla lettera A…

La disinibita Berta filava con tutti come narra Rino Gaetano, ma era anche il nome di una donna tanto desiderata in una celebre canzone degli Squallor (Berta scendi, ho un toro nelle mutande!). Barbara con i suoi occhi da zingara è il titolo di una canzone di Tozzi.La sonnambula Carmela che passeggia sui palazzi di Carosone ed anche il famoso “ vic’ nir che nun fernesce maje” della Carmela di Sergio Bruni ci riportano alla Napoli di una volta, mentre più moderna e cinematografica è l’adolescente Chiara cantata da Nino D’Angelo che “s’annammor’ quasi tutt’ e juorn” e “guarda sola ‘a notte dind’ e suonne”.
Cinzia (con Piero) sono presenti nello stadio pieno di veleno di Venditti, mentre Celeste riecheggia nelle nostalgie di Cocciante.

La “bionda come una svedese con i fianchi teneri “ è la DADA di Ivan Graziani; Daniela da “cui presto ritornerà perché da solo non ci sta” è del melodico Christian, mentre la Daniela di Peppino di Capri è la piu’ bella di tutte. Come dimenticare poi la graffiante voce di Leali per Deborah, mentre Zucchero ci riporta indietro nel tempo quando Diamante “respirava l’odore dei granai” e la Rettore si autocelebra nella sua Donatella sempre in giro : “Donatella è uscita ed a casa non c’è).

Eleonora è un altro nome particolarmente gettonato se è vero che Venditti le chiede di “guardare come sono grandi le stelle nel cielo”, Cocciante la immagina “tagliare la nebbia con la sua bicicletta mentre cerca l’amore”, ed i Pooh la elevano ad una mamma sofferente “col suo viso stanco, un sorriso spento segno di una vita mal vissuta”. Eva stringe in un abbraccio tentacolare Tozzi (abbracciami di mare dolce piovra), quella di Ivan Graziani “fa mangiare i colombi col dito bagnato in direzione del vento” finendo col raddoppiare nella canzone Eva-Eva dei subsonica dove l’una, incontra, sfiora, intacca l’altra.

Arriviamo a Francesca che Anna Oxa fa trovare al suo amato ovunque (sei dentro casa mia, nelle mie coperte, Francesca che non va più via, Francesca che si diverte), mentre uno spaventato e dubbioso Battisti spera in cuor suo che la sua amata non sia quella vista in atteggiamenti equivoci da altri “ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesca”. Lo stesso cuore infranto lo canta Fred Bongusto in Frida (t’aggia vulut bene, ma dopo e tanto bene, te si scurdat’ e me), così come amare sarà una sfida nella Frida dei The Kolors. Finisco questa prima puntata nominando la canzone “maledette Malelingue” di Ivan Graziani, nella quale si canta l’omertà ed il silenzio dovuto al mancato coraggio del vicinato nel dire al padre della quindicenne Federica che la figlia ha un rapporto amoroso con un uomo grande e sposato: …” un uomo maturo si dice sposato, tanto più grande di lei. Ma che cosa faranno, che cosa diranno per più di due ore? Si toccheranno, si baceranno, ah! Se suo padre sapesse! “

To be continued…………

Scugnizzo69

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