Milano, 16 ago. (Adnkronos) – “Non mi risulta ci siano stati telefonate o messaggi whatsapp” quando Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola (Bergamo), è uscita di casa intorno alla mezzanotte del 30 luglio scorso e da via Marelli – lasciandosi alle spalle la villetta bifamiliare dove viveva con il compagno Sergio Ruocco, ed è stata trovata senza vita, un’ora dopo, in via Castegnate. Lo spiega un’inquirente che indaga sull’omicidio della giovane uccisa con quattro coltellate, tre alla schiena e una al costato, e che ha inutilmente tentato di chiamare i soccorsi prima di accasciarsi sull’asfalto.
Indumenti, reperti trovati sulla scena crimine, effetti personali della vittima, ma anche alcuni coltelli sequestrati poco distante sono ora al vaglio del Ris di Parma, ma i carabinieri sembrano puntare più sulle telecamere – 60 in zona – che sulla traccia telefonica. “A un primo sguardo le telecamere non ci hanno consentito un’immediata identificazione dell’assassino, ma ci vorranno settimane, probabilmente mesi, per completare l’attività investigativa” che non esclude nessuna pista.
Quello che sembrerebbe chiaro è che Sharon Verzeni ha percorso “circa 650 metri in linea d’aria quella sera, come restituisce Google maps, e non abbiamo evidenze che si sia fermata – aggiunge chi lavora al caso -. Lei ha camminato” escludendo quindi che abbia incrociato qualcuno con cui si sia intrattenuta a parlare. Le indagini non si fermano neanche sul fronte dei testimoni: “continueremo a sentire persone che potrebbero tornare utili a spiegarci le abitudini della vittima o chi quella sera potrebbe aver visto qualcosa”.