Ferie, vacanze, movida, una schiera quasi impazzita a rincorrere il divertimento sfrenato a tutti i costi, come nei film… Perché?
La prima volta che vidi il mare, ero molto piccola e i ricordi sono frammentati.Fu per necessità, ai miei tempi, lo iodio era ancora una cura ed i medici consigliavano soggiorni terapeutici.Ricordo i profumi che aleggiavano nell’aria e la mamma con il suo prendisole color lilla, poi non ci fu più mare.
Il nostro mare si chiamava Ticino, a 5 km dal paese, ci si andava in bicicletta perché l’automobile era per pochi, ma era bellissimo.Dopo una pedalata sotto il sole, tuffarsi nell’acqua fresca era una vera delizia, una frescura che ti restava addosso anche dopo la pedalata per tornare a casa.

Ricordo le “signore” del paese quando tornavano dal mare, abbronzate e con quel profumo di salsedine che impregnava i loro vestiti e la loro pelle, la loro abbronzatura era diversa dalla mia ma non avrei fatto cambio, ero felice, non mi serviva altro, nessun patrimonio, nessuna vanità avrebbe potuto pagare il senso di libertà di quelle giornate, straordinarie nella loro semplicità.Le ferie… Mio padre e molti come lui non sapevano nemmeno di che si trattava, ma ci si trovava, c’era un rapporto diverso tra le persone.
I divertimenti? Si usciva, si andava ai giardini, i grandi seduti sulle panchine a chiacchierare nel fresco della sera e i bambini, instancabili, giocavano a rincorrersi, a volte ci scappava il ghiacciolo o l’aranciata, ma non sempre.
C’erano le “melonaie”, le fette d’anguria in fila sui blocchi di ghiaccio e quelle intere in una tinozza sotto alla fontanella, i tavoli con le panche dove ti potevi sedere per gustare quella freschezza affondando la bocca in quella delizia mentre le zanzare banchettavano con te approfittando dell’aggiunta zuccherina del succo che ti imbrattava il viso e colava sulle mani.Tornavi a casa e, dopo un lavaggio veloce dei punti essenziali, subito a letto.

C’era la festa del paese, alla fine di agosto, cosa volere di più?

Il “banco di beneficenza” in piazza e i pali dei fuochi d’artificio che aspettavano la conclusione della festa, la banda musicale, il vestito della festa, le strade gremite di gente, i bar che, per l’occasione, mettevano fuori molti più tavolini.E c’erano i baracconi, o giostre, o come ognuno preferisce chiamarle.
Si piazzavano fuori paese ma a noi bambini la strada non pesava e, se riuscivi ad estorcere qualche soldino extra, facevi subito la volata per un giro in autopista. L’ultima sera, dopo lo spettacolo pirotecnico in piazza al quale si era fortunatamente sopravvissuti, tutti i paesani dalla piazza si trasferivano ai baracconi e, se arrivavi per ultimo, potevi salutare il giro in giostra.

Ma non è finita qui. C’era pure la “Festa dell’ Unità” per concludere in bellezza l’estate e posso assicurare che di gente ne andava tanta, perché quello c’era e quello ti godevi, la compagnia degli amici, faccia a faccia, si discuteva, si raccontava, si rideva , c’era lo stare insieme, non c’era internet,a quei tempi si iniziava a parlare dei primi computer che vedevi solo nei film di fantascienza… Al cinema.

Faceva caldo, anche allora c’erano estati torride ma non c’era nessuno che te lo ricordava ogni momento, non c’era l’aria condizionata, al massimo un ventilatore per chi se lo poteva permettere, il ventaglio e i piedi a mollo nel catino per rinfrescarti, anche il frigorifero era ancora per pochi, tutta roba che dovevi comprare a rate.Certo, non mancavano le difficoltà, quelle ci sono sempre state e sempre ci saranno, non avevamo molto ma non sapevamo di avere tanto.
Forse, tutta questa bellezza, deriva dal fatto che è stata vista e vissuta con gli occhi di bambina, i ricordi dell’infanzia hanno tinte diverse, l’innocenza ti fa apprezzare le cose belle senza nessuna distorsione, ma le cose sono effettivamente cambiate e molto velocemente e, la mia percezione di come è diventato il mondo che ci circonda, mi porta ad avere una visione nostalgica di ciò che era la vita a quel tempo.

Ora crediamo di avere tutto ma manca l’essenziale come un grande albero con tante fronde ma senza linfa e con poche radici.

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