Ė arrivata la tanto attesa pioggia, mi piacerebbe dire: “Che sollievo!”, ma penso che non sia sufficiente a ristabilire l’ordine naturale delle cose. Sarà bastante a portare i benefici tanto attesi? Oppure le aspettative sono superiori rispetto a quello che la natura generosamente continua a elargire agli ingrati esseri umani?Molte aree verdi del nostro Paese sono state devastate dagli incendi. Ogni estate – complici il gran caldo e la siccità, ma poi sarà così vero? – il problema si ripresenta sempre con maggiore criticità e nonostante i buoni propositi da parte degli organi competenti di intensificare i controlli e sanzionare in maniera più energica i colpevoli.
Il Sud Italia e la regione Sardegna risultano le zone più colpite dal fenomeno. Stando ai dati forniti dalle agenzie investigative i roghi sono spesso di matrice dolosa. Si stima, infatti, che oltre il 90 per cento degli incendi è causato dall’atto umano.
In base agli ultimi aggiornamenti forniti da EFFIS, European Forest Fire Information Sistem, dal 1 gennaio al 30 luglio sono stati individuati 615 incendi a livello nazionale. Un numero veramente impressionante.Riflettendo, se è vero che luglio e agosto sono stati mesi caldi, con temperature molto elevate, paragonabili, forse, a quelle dell’Inferno dantesco, è anche vero che, il più delle volte, dietro un rogo vi è la mano “sinistra” dell’uomo.
Vi sono soggetti che vanno in estasi alla vista delle lingue di fuoco che si elevano al cielo. Individui che nel guardare il loro perfido atto godono fino all’orgasmo. Si tratta di menti perverse, malate, con un pensiero distorto della realtà e attribuiscono al fuoco un potere di purificazione che avviene tramite la totale distruzione. Distruzione, sì, ma dei polmoni del Pianeta.Atto umano o natura matrigna?
Si sente ripetere “complici il gran caldo e la siccità” ma ne siamo veramente convinti? Non è che per caso i veri complici sono ben altri, come interessi personali, ragioni economiche e già che ci sono ci ficco dentro pure la spina nel fianco di Legambiente, ovvero, la questione dell’ecomafia. Motivo di grande preoccupazione e tormento, i cui principali attori risultano essere diversi settori della criminalità organizzata. Reati ambientali e corruzione sono il pane quotidiano dei clan mafiosi, giusto per capire di cosa sto scrivendo.
Altro che natura matrigna! Volendo, giusto un tantino, parafrasare il nostro poeta Giacomino, tanto mitico quanto pessimista.Qui si parla di soggetti incendiari, ovvero, di veri e propri criminali e di piromani, vale a dire, persone con disturbo patologico. Per quest’ultimi è stato riservato un posto d’onore nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, DSM-5. La piromania è inserita nella sezione relativa ai Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta. Sono persone pericolose che con atto pianificato e intenzionale appiccano il fuoco e non solo occasionalmente.
Sono quei tipi che a livello emotivo godono alla grande prima di compiere la loro deliberata azione. Il piromane è letteralmente affascinato dal fuoco e da quelli che sono i suoi effetti.
In altre parole, a motivare tale soggetto non è un interesse economico, politico, ideologico, di vendetta o altro, ma solo il piacere e l’estasi che le fiamme appiccate gli procurano.In conclusione, la maggior parte dei roghi sono di matrice dolosa; i motivi per appiccare un fuoco possono essere diversi; determinare le cause e individuare i responsabili è lavoro delle forze dell’ordine, non certo del singolo giustiziere fai da te.