Di Umberto Palazzo

La paura del ragno è ben documentata sin dal Medioevo, balli e musica erano ritenuti gli antidoti efficaci
La tarantola è un ragno diffuso nell’area mediterranea ma soprattutto nella zona di Taranto San Vito dove ho abitato per dieci anni, il morso del ragno veniva ritenuto responsabile di agitazioni psicomotorie che potevano essere calmierate solo da una musica insistente e ritmata che ha dato poi luogo a fenomeni musicali come la pizzica salentina e la notte della taranta di Melpignano vicino a Lecce.

L’antropologo e studioso dei fenomeni legati alla magia popolare nel Sud Italia , Ernesto De Martino, sostiene nel libro “La terra del rimorso” quanto segue :
Il fenomeno del tarantismo viene descritto nel Medio Evo sulle rovine dei culti orgiastici e delle religioni misteriche , la voce taranta è derivata da tarantula etimologicamente ma non solo legata a Taranto . Chi era morso dalla tarantula trovava prodigioso ristoro in canti e melodie diverse da cui <<la pizzica salentina>>.

A Taranto e Brindisi, il tarantato in crisi, legato con una fune alla poppa di una barca, baccheggiava nelle acque del mare mentre i suonatori in barca cercavano di imporre al disperato, il ritmo delle loro melodie, invece a Galatina, ogni anno, dal 29 al 30 giugno, nella cappella di S. Paolo i tarantolati della regione, erano sottoposti a terapie magiche della possessione in affollate cerimonie, ben documentate da immagini fotografiche del passato. L’umanità quando non trova spiegazioni razionali, si rivolge inevitabilmente alla magia, dando spazio agli sciamani di ogni epoca che riescono a fare proseliti anche nell’era Covid. Il ragno violino, con la morte del povero giovane, non per veleno del ragno ma per infezione sovrapposta, sembra voler richiamare l’ignoranza del passato ma questa va dimenticata a favore di gioiose celebrazioni come quelle della festa “ Notte della Taranta” che a giorni richiamerà nel Salento, oltre centomila giovani e festanti “pizzicati”!

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