Di Paola Francesca Moretti 

Da alcune settimane due creature pelosette sono entrate nelle nostre menti sballando in ciascuno di noi il proprio ritmo circadiano. Che forse, forse, mia nonna aveva ragione: “Guardare troppo la televisione fa male, ti toglie il sonno buono”. Le nonnine abituate a ben altro tipo di informazione, loro! In ogni paese vi era la commare pettegola che elargiva indiscrezioni a destra e a manca, e se si impegnava pure lei riusciva a scombussolare il sonno dei paesani.
Senza ulteriori divagazioni temporali ritorno ai fatti di cronaca odierni. I riflettori mediatici sono puntati su due eventi, il vaiolo delle scimmie e il ragno violino.

E, però, mi sa tanto che tra le scimmie e il ragno violino le case farmaceutiche ce lo mettono il ditino, anzi, tutte e dieci le dita. D’altra parte tutti devono magna’, il pasto è ancora più appetitoso se a scrocco e sulla pelle degli altri. Dirigenti, amministratori e compagnia cantando dei colossi del farmaco ci vanno a nozze con queste cose. Perché? E mi chiedete anche il motivo? Credevo fosse ovvio, giusto, mai dare nulla per scontato, comunque è semplice, propinare alla popolazione l’ennesimo vaccino. Meglio una dose in più di questo o quell’antidoto tanto male non fa, più eccipienti ci sono migliore risulta il liquido contenuto nella fiala ma, a differenza del vaccino anti Covid-19, per il vaiolo delle scimmie sembra che non ci sia nulla da preparare, si tratta semplicemente di prendere dal freezer le rimanenze, shakerare un tantino e inoculare. Tanto male non fa…ma sto ritornello sarà poi vero? Non sembra un azzardo affermare che non vi saranno effetti a lungo termine per la salute umana? Al tempo l’ardua sentenza!

Sta di fatto che pur non volendo generare il panico, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme, evviva le discrasie comunicative! Siamo in uno stato pre-pandemico da vaiolo delle scimmie? Boh!
Povere scimmiette che se lo beccano pure loro sto odioso virus. Ebbene, si, il nome dell’infezione è stato scelto perché il virus fu identificato per la prima volta nelle scimmie di un laboratorio danese addirittura nel 1958.
Ad allietare la festa con della musica ci pensa il ragnetto con il violino tatuato sul suo corpicino, ahimè, nel caso specifico, se elemosinate una dose di contravveleno siete ben lontani dall’ottenerla, giacché, ad oggi, non esiste ancora una cura o rimedio per il suo morso. Allora che se fa’? Forse per il malcapitato di turno sarebbe meglio pensare a qualche altra specie di antidoto preventivo, ma poi funzionerà? Boh!

Ma poi sto ragnetto è innocuo o pericoloso? Boh!
Mi sono persa nel mare magnum delle notizie, non riesco a capire niente. Ogni esperto intervistato dice la sua, e tra pareri discordanti ci scappano i morti! Per un eventuale incontro ravvicinato con il ragno musicista che fare? Dunque, a detta di alcuni infettivologi meglio evitare gli inutili allarmismi, basta rivolgersi al medico di famiglia. Si, vabbè, e la morte del giovane 23enne salentino come la spieghiamo? Ma, si, la spiegazione è confezionata in un bel pacco con fiocco annesso, il principale incriminato non è il ragno violino perché chiamati a salire sul banco degli imputati una molteplicità di fattori concomitanti alle condizioni di salute individuali.
E gli altri esperti che dicono? Sempre infettivologi sono, e dipingono il famigerato animaletto come un vero e proprio killer. Insomma, che Dio ci aiuti!

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