L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco
L’imperialismo affina le tecniche di propaganda, fidando sul culto dell’effimero e sulla memoria a breve, moltiplicata dalle reti sociali nel secolo attuale.Convincere , confondere, coinvolgere diventano i meccanismi della “guerra cognitiva”, che mira a condizionare i cervelli manipolando le emozioni, consolidando notizie false nella percezione comune. , .
Una volta imposti i parametri economici (il dio-mercato capitalista), politici (l’insuperabilità della società divisa in classi, e l’assenza di alternative), “filosofici” (l’imposizione di alcune metafisiche, che occultano la realtà dello scontro di interessi, come l’identificazione fra comunismo e dittatura, o la categoria di “terrorismo”, con cui stigmatizzare anche il diritto dei popoli alla rivolta), risulta gioco facile confondere ragioni e torti capovolgendo simboli, diffondendo inganni e dietrologie che sfidano il buon senso e la ragione.
Lo si è visto e si vede con il Venezuela bolivariano, vero e proprio laboratorio di trappole e inganni, in cui anche chi avrebbe interesse a difenderne i valori socialisti finisce per essere vittima della propaganda, alimentando la farsa orchestrata dai media di guerra.
Per le grandi testate Maduro è un dittatore, un un tiranno;il golpista invece è un eroe: è giovane, bello e perseguitato dal “regime”.
La verità sarebbe “rivoluzionaria”, ma in questi casi diventa sempre una variabile dipendete dagli interessi del capitale e dell’imperialismo.
La novità non sta nel presunto imbroglio elettorale venezuelano, bensì nel pronto uso altrettanto elettorale che con somma disinvoltura questa volta ne hanno fatto gli Stati Uniti : il dipartimento di Stato ha respinto la dichiarazione ufficiale della sua conferma a capo di stato, per riconoscere invece formalmente la vittoria nelle urne dell’avversario,il candidato della destra ed ex ambasciatore Edmundo Gonzales
Non è necessaria nessuna malizia nel vedere soprattutto opportunismo, in questo improvviso e improvvido ritorno d’un atteggiamento politico che rievoca i tempi in cui da Washington guardavano al subcontinente come al proprio cortile di casa in cui fare e disfare a piacimento..
Del resto “Faremo la guerra per mezzo dell’inganno” è il motto del Mossad, il servizio segreto israeliano su cui il regime sionista ha basato la propria potenza e impunità, con la complicità dell’Occidente.
Ma così come la resistenza palestinese ha squarciato con la lotta il velo di menzogne, risvegliando in tutto il mondo le coscienze giovanili, le tante bandiere che hanno sventolato nelle piazze di Roma, Berlino, Madrid, Parigi e in altri paesi europei in solidarietà con la rivoluzione bolivariana forse porteranno un altro vento a favore del socialismo: in Venezuela e non solo.
Per la teoria dell’inganno è necessario seminare dubbi, accostando a nomi, concetti, dati relativi al “nemico” (in questo caso, l’odiato Maduro), una connotazione negativa. E così, benché messo a verifica da 32 processi elettorali, il socialismo bolivariano non sarà mai una democrazia, ma sempre un “regime autoritario” o una “dittatura”. Quando vince, si grida alla frode, come nel caso del 28 luglio. E le sue istituzioni vanno messe sotto tutela.
E allora, ecco che, su iniziativa di Italia e Francia, il Presidente della Repubblica francese, il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, il Primo ministro dei Paesi Bassi, il Primo ministro della Repubblica di Polonia, il Primo ministro della Repubblica portoghese e il Presidente del governo di Spagna hanno adottato una dichiarazione comune per dettare al Venezuela le regole della democrazia…
democrazie europee quelle in cui i cittadini votano, ma non decidono, perché i cordoni della borsa li tirano i decisori della Ue.
A misura di golpismo insomma.
Ma come sfuggire all’inganno se anche ricorrendo a Wikipedia (finanziato dalla Wikimedia Foundation, una fondazione statunitense “senza scopo di lucro”) non vengono pubblicati i risultati ufficiali del 28 luglio? Se provate a digitare in spagnolo “Elecciones presidenciales de Venezuela de 2024”, inizierete a leggere quanto segue: “Le elezioni presidenziali in Venezuela si sono svolte domenica 28 luglio 2024, con il fine di eleggere il presidente per un mandato costituzionale di sei anni. Le polemiche elezioni, che non sono state né libere né giuste, si sono svolte in un contesto in cui il governo di Maduro controlla tutti i poteri dello Stato e reprime l’opposizione politica. Il governo del Venezuela è ampiamente considerato come un regime autoritario”.
Convincere, Confondere, Coinvolgere, consolidando notizie false nella percezione comune.
Tutti contro Maduro.
Che oltre la metà del mondo abbia espresso un’altra opinione, dando solidarietà antimperialista alla democrazia bolivariana, ha poca importanza per gli epigoni del neocolonialismo europeo.