Da anni seguo i fatti di cronaca nera, nonostante ciò trovo difficile abituarmi agli epiloghi tragici di cui sono forieri, il che è un buon segno, vuol dire che la mia umanità è ben preservata.
Per me, come per la stragrande maggioranza dei cittadini, non è possibile dare una giustificazione a qualsivoglia atto di violenza, meno ancora alle forme di giustizia fai da te.
I riflettori mediatici sono puntati sull’omicidio avvenuto a Lucca la scorsa domenica.
Analizziamo i fatti. Ė circa mezzanotte, un nordafricano di 47 anni, senza fissa dimora, scippa della borsa una donna 65enne, titolare di uno stabilimento balneare. La defraudata, da poco uscita dal ristorante, si mette al volante della sua mastodontica auto per raggiungere il ladro, che tranquillo, tranquillo, cammina lungo il marciapiede. Quale pensiero è passato nella mente della donna una volta che ha raggiunto l’uomo? Perché è saltato il passaggio dal buon senso al compimento di un atto irrazionale, la 65enne lo punta con il suo Suv, e non parca di averlo già investito, gli passa più volte sopra. Una giustiziera fai da te. Per la donna, il Giudice per le indagini preliminari da disposto gli arresti domiciliari. La notizia ha suscitato molto sdegno tra l’opinione pubblica, ma i giudici non fanno altro che applicare le leggi a loro disposizione, dobbiamo farcene una ragione.
La giustizia personale è reale giustizia? Oppure livella la vittima al suo carnefice? Esiste un sistema etico di riferimento? Esiste un sistema ben definito di regole?
Pare che in nome del diritto alla legittima difesa si sia passati alla gestione della giustizia tipo far west, ovvero, punisco come più mi aggrada.
Alla donna scippata è saltata l’etica soggettiva, se, poi, ci sia altro dietro il suo agito malevolo, verrà acclarato dagli inquirenti.
Da osservatrice esterna e dalle persone ascoltate, sembra che siano in tanti a sentirsi minacciati dalle azioni violente. Allora, mi domando, qual è stata la percezione della 65enne verso la violenza subita? Si sa che la percezione è soggettiva, come pure le reazioni, spesso imprevedibili e sproporzionate. Ogni individuo elabora la realtà che lo circonda partendo dal proprio Ego e dalla visione del mondo. Quali fattori incidono su questa sensazione? In primis, il carattere individuale. E, proiettato nella nostra epoca, Freud avrebbe da scrivere un manuale senza punto finale. Ci sono persone che hanno quella dote di vedere il bicchiere pieno, vale a dire, sono positive e di conseguenza hanno pure una discreta porzione di pensiero critico che le aiuta a razionalizzare, dunque, sono capaci di contenere le emozioni, e fanno prevalere il dato di realtà. Al contrario, vi sono individui insicuri, ansiosi, incapaci di fidarsi degli altri e, dunque, avranno più paura, così come chi è stato già vittima di uno scippo.
Sicuramente un atteggiamento di cautela, quando è una risposta a una percezione di pericolo, non guasta, anzi è da ritenersi positivo.