Roma, 13 set. (Adnkronos) – Tempi ancora incerti per i due hotspot italiani in terra albanese. Dopo l’ultimo rinvio che fissava al primo agosto la data X, il 22-23 settembre dovrebbero essere operativi i primi 400 posti -spiega una fonte di governo all’Adnkronos- avviando così, seppur a capacità ridotte, i due centri di Shengjin a Gjader. L’uso del condizionale è d’obbligo: “è un dossier complicato, ogni giorno ha la sua pena”, confida chi lavora alla mission fortemente voluta dalla premier Giorgia Meloni, volata in Albania a giugno scorso per visionare con i suoi occhi l’andamento dei lavori.
Dalla riunione di ieri presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano -al tavolo, oltre ai ministri interessati dal dossier, anche il prefetto di Roma Lamberto Giannini- sarebbe emerso più di un problema per arrivare al via libera del Genio militare italiano. Non ultimo, viene riferito, le piogge incessanti che hanno rallentato l’azienda albanese che doveva posare l’asfalto sull’area destinata all’hotspot sulle colline di Gjader. E’ nel centro destinato al trattenimento dei migranti, infatti, che sin dal principio sono stati riscontrati i maggior problemi, problemi legati per lo più alla tenuta del terreno che ha reso necessaria un’opera di riempimento del sottosuolo. Le piogge che stanno rallentando la posa dell’asfalto sono tuttavia solo l’ultima grana di una lunga serie. Tanto che c’è chi non nasconde il timore che i tempi possano allungarsi ulteriormente, facendo slittare addirittura a novembre l’apertura dei due hotspot.

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