Sabato 21 settembre 2024 ore 12.00
a Pietrelcina (BN)all’interno della Summer School “Relazioni” sarà presentato l’ ultimo saggio di Leonardo Brancaccio dal titolo

Alcide De Gasperi. Cittadinanza attiva, buona politica, bene comune
(postfazione di Vera Negri Zamagni, postfazione di Marco Odorizzi)
Ecra, Roma 2024,

La manifestazione è aperta a tutti .

Qui di seguito un breve estratto del libro:

 

“Era un uomo straordinario, la sua autenticità non aveva limiti. Credeva fermamente nella libertà e nella democrazia […] Oggi tutti parlano di De Gasperi richiamandosi alla sua lezione politica e poi scopri che non lo conoscono per niente, che non hanno letto neanche una pagina, ma che dico, un rigo, di quello che ha scritto”. Sono bellissime le parole con cui Tina Anselmi descrive Alcide De Gasperi ma esse contengono una verità: spesso, parliamo e citiamo De Gasperi senza aver letto un rigo di quanto ha scritto o pronunciato durante la sua lunga espe¬rienza politica. Questa lacuna viene denunciata, già nel 1967, dagli otto ragazzi della Scuola di Barbiana che a proposito del programma di storia, effettiva-mente svolto nelle scuole, denunciano ai professori: “Voi coi greci e coi romani gli avevate fatto odiare tutta la storia. Noi sull’ultima guerra si teneva quattr’ore senza respirare”.

In questi ultimi due anni, in occasione della presentazione del libro Aldo Moro. Il politico, il professore, il filosofo del diritto e per lo svolgimento di progetti di educazione civica sui temi della Costituzione italiana ho avuto il piacere, e l’onore, di incontrare tanti docenti e studenti di varie scuole d’Italia, che mi hanno confermato quanto da me vissuto durante l’anno scolastico 1992-1993 (anno in cui ho frequentato il quinto anno di liceo): nella maggior parte dei casi, lo svolgimento del programma di storia si arresta agli anni della seconda guerra mondiale (1939-1945).
Amando la storia, per l’esame di Stato del 1993, scelsi questo insegnamento come prima materia degli esami ora¬li, ma dovetti studiare di notte per recuperare il programma non svolto in aula: il giorno dell’esame − una calda mattina¬ta del luglio ’93 presso il Liceo scientifico statale di Bitetto (Bari) − il commissario esterno (un professore di filosofia e storia di un liceo classico di Roma), come prima domanda mi chiese di parlare di Mussolini, e non di Alcide De Gasperi o di Aldo Moro.

L’esame andò bene ma oggi, dopo trent’anni, mi chiedo: perché il membro esterno mi chiese di Mussolini? Forse per non mettermi in difficoltà, sapendo che quella parte del programma di storia (il fascismo) era stata trattata in classe? A questa domanda non posso dare una risposta.
Una cosa però è certa: da settembre 2020 l’educazione civica è una disciplina trasversale che interessa tutti i gradi scolastici, a partire dalla scuola dell’Infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado.
L’articolo 1 della legge 20 agosto 2019, n. 92 (“Introdu¬zione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”) definisce i “Principi” della nuova normativa:

1. L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsa¬bili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevo¬le alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
2. L’educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la co¬noscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell’U¬nione Europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e diritto alla salute e al benes¬sere della persona.

La conoscenza della Costituzione italiana – firmata il 27 dicembre 1947 anche dal presidente del Consiglio dei mini¬stri Alcide De Gasperi – e delle istituzioni dell’Unione Eu¬ropea -di cui De Gasperi è stato uno dei pionieri– non può prescindere dallo studio e dall’approfondimento del pensiero, della vita e delle opere del padre cofondatore della Repubblica italiana e dell’Unione Europea: sin da giovane, De Gasperi è stato un cittadino responsabile e attivo, che ha partecipato in maniera piena e consapevole alla vita civica (civile), culturale e sociale delle varie comunità in cui ha vis¬suto (Impero austro-ungarico: 1881-1918; Regno d’Italia: 1918-1946; Repubblica italiana: 1946-1954, contribuendo alla costruzione e diffusione dei principi e dei valori di liber¬tà, democrazia, fraternità, bene comune e pace.

Per lo studio e la ricerca sulla figura di De Gasperi ho con¬sultato vari libri (riportati nella bibliografia), ma il testo che ha per me un alto valore simbolico e affettivo è quello ricevuto in dono dal professor Luigino Bruni (presidente della Scuola di Economia civile), dopo aver confidato il mio desiderio di avviare un approfondimento del pensiero e delle opere dello statista trentino: trattasi del volume Alcide De Gasperi testo fuori commercio con 28 illustrazioni fuori testo e 3 facsimili, scritto da Igino Giordanie pubblicato nel mese di novem¬bre 1955 (prima edizione).
Nella prefazione del libro, Adone Zoni presidente del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana (Dc), ricor¬da che la pubblicazione di questo libro viene deliberata il 20 agosto 1954 (giorno successivo a quello della scomparsa dello statista trentino) “in una triste seduta della Direzione centrale della Democrazia cristiana”17

Sono commoventi le parole di Zoli:
“Dominava nella Direzione un senso di vuoto e di smarrimento. Quello stesso che si leggeva sul volto di migliaia e migliaia di cittadini che attendevano nelle stazioni, nelle campagne, lungo la ferrovia il passaggio del convoglio che trasportava la salma di De Gasperi da Trento a Roma.

Il dolore di tanta gente, che pure non lo aveva conosciuto e forse nemmeno mai visto, la incessante processione nella chiesa del Gesù, la manifestazione imponente di Roma nell’ultimo tragitto alla Basilica di S. Lorenzo, erano stati una rivelazione. E anche a noi, che pur Gli eravamo stati vicini per tanti anni e Lo aveva¬mo accompagnato nella Sua ultima decennale fatica, il popolo italiano faceva comprendere chi Egli era stato.
E perciò più grande era il senso di smarrimento e di vuoto.

Con questo animo noi ci accingemmo a fare qualcosa per Lui, pur sentendo che ben poco era ciò che potevamo fare; e delibe¬rammo la pubblicazione della storia della Sua vita, da dedica¬re a Lui, affidandone l’incarico al più degno di scriverla: Igino Giordani18
18 Forse errammo nella nostra valutazione, perché non compren¬demmo che una storia della vita di Alcide De Gasperi non pote¬va essere considerata come un atto di omaggio alla Sua memoria e non poteva essere dedicata a Lui, ma era dedicata a noi, e a tutti gli Italiani: essa non è per vero che in parte narrazione del¬la vita di un grande Italiano; ma ad un certo momento diventa Storia d’Italia.”

Adone Zoli ricorda le “tre fasi” della vita di De Gasperi: la prima, nella quale Egli, Italiano, è distaccato dalla Sua Patria;
la seconda, nella quale Egli si inserisce nella vita del popolo ita¬liano per lottare con esso e soffrire con esso;
la terza, nella quale Egli del popolo italiano diviene guida. Ed è questa la fase in cui Egli passa alla storia, perché la Sua azione diviene determinante della storia.

Nel 2024, anno in cui ricorre il settantesimo anniversario della scomparsa dello statista trentino (deceduto il 19 agosto 1954), questo volume – il cui sottotitolo è “cittadinanza attiva, buona politica, bene comune” – desidera essere un piccolo e umile strumento per tutti coloro – giovani e adulti – che desiderano avvicinarsi alla conoscenza di un grande uomo, fervente cristiano, illuminato politico e grande statista italia¬no che si è speso, con tutte le proprie forze fisiche e psichiche, per ri-costruire, in Italia e in Europa, le basi della democrazia e gettare le fondamenta della Repubblica italiana e dell’Unio¬ne Europea.
Vent’anni fa un mio amico filosofo mi disse: “Ricorda che i libri più belli sono le vite delle persone”. È proprio così: ne sono certo!
Questi anni di studio e ricerca, sono stati per me anni di formazione e di luce: la lettura degli scritti e dei discorsi, l’ap¬profondimento della vita, del pensiero e delle opere di De Gasperi mi hanno edificato.

Spesso ho avuto la sensazione di passeggiare lungo i viali e le montagne trentine nei pressi di Sella di Valsugana, mentre Alcide De Gasperi mi raccontava la sua vita, le sue difficoltà, le mete raggiunte con il passo, costante e spedito, del mon¬tanaro che desidera raggiungere le alte mete: la libertà, la democrazia, il bene comune, la giustizia sociale, la fratellanza dell’umanità, l’unità, la pace.

 

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