A MENTE FREDDA quella originale , rubrica ideata e curata da Daniele Piro
Doveva essere vittoria è vittoria è stata, indipendentemente da come sia maturata. Le premesse c’erano tutte e la tavola era stata apparecchiata per bene. Una squadra, quella pugliese, ancora a zero punti, con almeno due gol subiti in ogni partita e costretta a giocare in un campo neutro praticamente deserto senza l’aiuto ambientale della propria tifoseria. Chi si fosse trovato davanti alla tv ieri sera avrebbe pensato ad un’amichevole o poco più. Vittoria è stata dicevamo, sebbene al cardiopalmo. Anche la Strega doveva sfatare il tabù che non la vedeva corsara lontano dal Vigorito da marzo dello scorso anno e ieri finalmente lo zero alla casella vittorie esterne è stato cancellato. I più faciloni hanno pensato alla classica partita in discesa o facile, subito smentiti dall’assetto tattico del Team Altamura tutto arroccato nella propria metà campo, capace però di pungere in avvio con le folate di Rolando (su una di queste dopo 3 minuti Minesso ha colpito di testa colpevolmente da solo in piena area di rigore mandando il pallone a sibilare la traversa) e nel recupero della prima frazione con un tiro di Di Pinto da limite finito di poco a lato con Nunziante fermo al centro della porta.
Nei 40 minuti a cavallo delle due azioni pugliesi c’è stato tanto possesso palla del Benevento che ha sempre dato l’impressione di essere in controllo del match ma con poca sostanza negli ult imi venti metri. Di conclusioni in porta non se ne sono viste; solo qualche telefonata al portiere o qualche tiro senza pretese. Non hanno di certo aiutato i due infortuni di Ferrara ed Acampora costretti a far rivedere i piani tattici a mister Auteri che al 40esimo del primo tempo aveva già bruciato due slot dei cambi. La sorta di 4-2-1-3 del tecnico di Floridia è stata cambiata in corso d’opera con l’innesto di Starita per Acampora. Squadra un po’ più sbilanciata in attacco, salvo poi aggiustarsi con l’ingresso di Simonetti per Perlingieri al quarto d’ora della ripresa; il copione però non è cambiato, con un Benevento in grado di gestire per lunghi tratti il pallone ma incapace di arrivare a conclusioni degne di nota.
Gli unici sussulti sono arrivati da una punizione a giro di Lamesta su cui Pane ha toccato quel tanto che è bastato per far stampare il pallone sulla traversa, ed un altro calcio piazzato di Manconi facilmente parato dal pipelet pugliese. L’arbitro ha sorvolato su una gomitata presa da Talia sulla quale poteva starci un rosso, ma fortunatamente anche su un tocco di mano in area ritenuto involontario di Berra che poteva costare un rigore contro. In una partita sonnecchiante, brutta, spigolosa e con poche emozioni solo un episodio poteva sbloccarla ed è accaduto al minuto 88 con Berra lesto ad incornare su un corner dalla destra che ha sorpreso Pane rimasto immobile.
E’ esplosa la gioia dei 400 tifosi giallorossi che hanno colorato lo spicchio di un San Nicola deserto. In pieno recupero “TurboLanini” ha messo la freccia involandosi da metà campo ed ha piazzato il pallone in fondo al sacco per il 2-0 finale che lancia la Strega lassù ad un passo dalla vetta occupata dal sempre più sorprendente Cerignola. Si doveva dare continuità di risultati è continuità è arrivata. Sul gioco è inutile cercare il pelo nell’uovo. Contro squadre votate alla difesa ad oltranza ed alla ripartenza è difficile essere propositivi.
Prepariamoci perché partite come quella di ieri sera ne rischiamo di vedere parecchie ovvero fatte di dominio del possesso palla, in controllo, ma sterili per numero di conclusioni e occasioni da rete. La bravura sarà avere pazienza e non “musechiare” se non saremo spettacolari. Ciò che conta è la sostanza e la sostanza dice che ieri si è vinto in trasferta di riffa o di raffa senza aver quasi mai subito. Nota dolente gli infortuni muscolari che sembrano essere una costante in questo inizio di stagione. In un campionato lungo e snervante come quello di serie C, avere una panchina lunga può fare la differenza se tutti, a cominciare dai subentranti, sono consapevoli di essere all’altezza dei titolari.
Per curiosità: dei 24 convocati ieri esattamente la metà sono nati dal 2000 in poi e di questi 12, ben 4 erano in campo da titolari. Segno che la linea verde funziona e che bisogna farli giocare per vederli crescere e poter diventare un valore aggiunto della Società. Testa al Foggia prossimo avversario con un occhio a quella vetta ancora da scalare ma meno lontana. L’importante è arrivarci con calma nel tempo e…..restarci.
Piccola nota extracalcistica. Sabato sera ho visto in tv Campobasso – Torres. Vedere uno stadio speculare, identico e preciso al nostro per come è stato costruito, ma lontano anni luce dal gioiellino Vigorito deve far riflettere su quanto la proprietà nel suo quasi ventennio di reggenza, abbia investito nella struttura, superando anche tutti gli ostacoli posti da un Amministrazione che in questi due lustri non sempre ha supportato la Società. Una tirata di orecchie per chi si è dimostrato sordo all’opera di restyling fatta che ha restituito alla città un bene invidiato da tutti gli addetti ai lavori.
Scugnizzo69