L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco 

Gilbert Cesbron distingue due tipi di giornalisti. Da una parte, ci sono quelli che si limitano a trattare argomenti che già interessano al pubblico, adattando il loro lavoro alle aspettative della massa. Dall’altra, ci sono i giornalisti che, con il loro talento, riescono a catturare l’interesse delle persone su temi che inizialmente non sembravano rilevanti o popolari. Secondo Cesbron, questi ultimi sono i veri grandi giornalisti, perché riescono a suscitare nuove riflessioni e a spingere il pubblico ad approfondire argomenti che altrimenti non avrebbero attirato la loro attenzione…

Ebbene fintanto che la storia e la geopolitica saranno inquinate  nel loro percorso e nel loro esito finale dai modelli politico-culturali egemonici, da un’interpretazione propagandistica ed unilaterale degli eventi,e dal latente pregiudizio di superiorità occidentale, che pretende di civilizzare quando invece semplicemente distrugge, rimarrà estremamente complesso (se non impossibile) comprendere una realtà ricca di sfaccettature come quella del Vicino Oriente o Asia occidentale.

La ragione fondamentale per cui l’Occidente ha i “paraocchi” è il risultato di un approccio che abbiamo già visto in ondate di attacchi terroristici : si demonizza l’ avversario e ci si astiene dal comprendere il suo modo di pensare.

In Occidente, si tende a concentrarsi sul momento immediato e a cercare di vedere come potrebbe evolversi. L’idea che dalla comprensione di come è nata la crisi deriva il modo di risolverla è totalmente estranea all’Occidente.

Tutto ciò sulla basa della teoria dell’anatra : “se sembra un’anatra, nuota come un’anatra e starnazza come un’anatra, probabilmente è un’anatra”. In altre parole,l’Occidente ha bisogno, per valutare una situazione,  un’immagine che si adatti ai suoi pregiudizi. Ma come ben si sa la realtà è molto più sottile del modello dell’anatra…

Ecco perché si tende a  collocare  l’inizio del conflitto in Ucraina il 24 febbraio 2022 o l’inizio del conflitto in Palestina il 7 ottobre 2023. Si ignorano,in buona sostanza, i contesti che ci preoccupano e conduciamo conflitti che non comprendiamo.

Ed ecco perché perdiamo le nostre guerre…

Come?

Foraggiando  un irredimibile criminale di guerra e genocida che  viola decine di risoluzioni dell’ONU , che rischia un mandato d’arresto da parte della Corte Internazionale di Giustizia e che si reca all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York per ordinare un altro crimine di guerra ossia di  spazzare via un intero isolato nel sud di Beirut con bombe americane.

Per caso o per fortuna la coscienza civile di pochi delegati  ha imposto,mentre si rivolgeva all’Assemblea generale delle Nazioni Unite,  un’uscita di massa lasciando, la sala, di fatto quasi vuota di veri diplomatici.

Al pubblico rimanente è stata,però, presentata l’ennesima esibizione di “mappe” infantili e prive di quoziente intellettivo con i “benedetti”da un lato  (Arabia Saudita, Sudan, Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti ) e i “maledetti” dall’ altro ( Iraq, Iran, Siria, Libano, Yemen)

La conseguenza di ciò non si limita a quella di non riuscire a vedere il mondo “come effettivamente è”, ma rappresenta il rifiuto di vederlo “come è”: si ignora fermamente la dimensione biblica della “fine dei tempi” del “modo di pensare la guerra” israeliano, preferendo attenersi alla sua immagine “liberal-secolare” di “Israele”.

Come risultato di questo approccio, le nostre frustrazioni sono tradotte da media senza scrupoli in narrazioni che alimentano l’odio e aumentano il senso di vulnerabilità.

pH : Fernando Oliva 

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