A MENTE FREDDA: Quello originale, rubrica ideata e curata da Daniele Piro

“E mo’ ciarrepigliamm tutt’ chell che è u nuost!” Dopo aver subito la “salutare” sconfitta di Monopoli che ci aveva fatto salutare il primato, la Strega mette la freccia, saluta tutti e torna in vetta seppur in condivisione con il Picerno. Contro la squadra dei i giovincelli della Next Gen nella quale spiccava il “giovanissimo” Simone Guerra appena trentacinquenne, i giallorossi continuano con la regola del 4 e piazzano la terza goleada consecutiva, portando a 14 le reti realizzate fra le mura amiche. Partita al piccolo trotto all’inizio con un Benevento quasi superficiale che rischia al terzo su un uscita sbagliata dalle retrovie e viene punita da un tiro nemmeno troppo pretenzioso dalla distanza al 22esimo di Palumbo, con Nunziante che compie la prima vera disattenzione dall’inizio del campionato facendosi passare la palla sotto al corpo. Sembra la solita partita incanalata su binari difficili ed invece proprio dall’insicurezza del giovane pipelet sannita nasce la rimonta sannita che in 13 minuti archivia la pratica. Pareggio con un rigore calciato benino da Manconi, fortunato a ritrovarsi fra i piedi e spingere in porta la respinta del portiere Daffara .

PS: A detta di chi scrive nella circostanza il pipelet strisciato effettua un vero e proprio paratone. Sorpasso 10 minuti dopo con Simonetti lasciato colpevolmente solo su un crossa tagliare l’area dalla destra e bravissimo a battere Daffara con una botta rasoterra. Pratica chiusa al 40esimo con Lamesta che si avventa su un pallone respinto dalla traversa e depositarlo in porta. Ripresa abbastanza soporifera ed in totale gestione da parte della squadra di casa che mette il sigillo con il gol in due tempi di motorino Simonetti servito benissimo in area di rigore. Nel finale riscatto di Nunziante con paratone su Guerra propiziato da una disattenzione difensiva e tutti sotto la doccia con i giallorossi che si riprendono il primato. Testa ora a Messina per invertire un trend, quello esterno, che ad oggi risulta molto deficitario se rapportato alle prestazioni offerte fra le mura amiche. Se come tutti auspichiamo, dovessero cominciare ad arrivare punti anche lontano dal Sannio, questa squadra può dire la sua in maniera determinante, forte anche del fatto di avere una rosa altamente competitiva. Ieri si è rivisto Borello in attesa dei ritorni di Acampora, Nardi, Meccariello ecc.

Passiamo ora ai soliti spunti di riflessione. Discorso giovani: meno male che Nunziante ha fatto una “paperella” scrollandosi di dosso il mito del portiere baby prodigio bravissimo e perfetto. E’ giovane e può sbagliare. Fortunatamente è successo ieri e sicuramente la vicinanza del pubblico lo ha aiutato a rimettersi subito in carreggiata. Applaudire il proprio numero uno dopo un errore che poteva costare caro è segno di grande maturità sportiva e di grande affiatamento fra squadra e tifoseria. Lavorare sapendo che si ha la fiducia di una intera piazza disposta a “perdonare” anche l’errore, può inculcargli ulteriore fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. Tiratina di orecchie invece per l’altro baby prodigio Perlingieri, che da un paio di partite, si dimostra troppo ossessionato nel cercare a tutti i costi la via della porta scegliendo la peggior soluzione.

E’ un attaccante, direte voi, ed è nel suo DNA. Certamente vi rispondo; ma bisogna sempre ricordarsi di giocare per la squadra e non per se stesso. Ieri c’è stata nel primo tempo una bellissima azione sulla destra e lui in area fra un nugolo di maglie ha cercato una improbabile girata quando bastava appoggiare la palla dietro ad un solissimo Talia. Il ragazzo ha tutte le qualità per emergere ma non deve incaponirsi a mettere in secondo piano il collettivo per cercare solo la gloria personale. Alla maturità della tifoseria di cui ho già detto si aggiunge la sensibilità della Curva tutta al fianco del giovane Raffaele, tifoso rivale avellinese che combatte fra la vita e la morte dopo un incidente per recarsi a vedere la sua squadra del cuore.

Di fronte a simili accadimenti non c’è rivalità che tenga. Fanno poi piacere le parole di Montero nel post partita nelle quali ha ammesso candidamente la superiorità del Benevento considerandola fra le favorite alla vittoria finale (ogni gesto scaramantico è ben accetto). Chiudo con una immagine a me molto cara: la felicità e la coesione di un gruppo di calciatori pronti sempre ad incitarsi, spronarsi ed abbracciarsi coralmente dopo un gol; vedere Capitan Berra sventolare la bandiera di Capitan Imbriani sotto la Curva mi ha fatto scendere quasi una lacrimuccia in ricordo di una persona a me tanto cara che da lassù sicuramente sta sorridendo nel vedere le gesta di questi ragazzi.

Scugnizzo69

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