Non è bastato ai responsabili dell’Ospedale San Pio toglierci la sede e il desk informativo davanti al reparto IVG, l’aver rifiutato il rinnovo della convenzione e l’averci allontanati di due piani dal reparto aborti. Ora, con l’intervento della guardia giurata, dopo ben 32 anni del suo servizio, hanno definitivamente messo alla porta il Centro di Aiuto alla Vita (CAV). Questa la denuncia del presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Benevento – OdV Carlo Principe
Non so se di questa gravissima azione è a conoscenza la dott.ssa Morgante da cui attendiamo ancora una risposta alla nostra richiesta di rinnovo della convenzione fatta un anno fa.
Insomma, continua senza tregua la incredibile guerra contro le inermi volontarie del CAV che alle prime ore di ogni martedì si avvicinano alle donne che chiedono di abortire.
Cosa fanno di tanto terribile queste volontarie da meritare la loro espulsione?
Invitano con delicatezza le mamme a ripensarci offrendole concrete alternative all’aborto, anche economico, e le consegnano un depliant informativo con una “terrificante” immagine di copertina (vedi foto). Grazie a questo lavoro, in questi anni poco meno di 500 di esse ci hanno ripensato. Qualunque persona di buon senso sarebbe felice di questo risultato. Invece l’ospedale ci caccia via.
Lavoro svolto in armonia della 194 la quale obbliga i medici a verificare se ci sono o meno le condizioni per procedere all’intervento abortivo (“hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali,… le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza” (art 5 della 194).
E’ mai avvenuto nei 32 anni di servizio in ospedale che il medico abortista abbia inviata al CAV una donna che vuole abortire per ragioni economiche visto che il CAV è l’unico in grado di offrire delle risposte su questo fronte? Mai.
Il che lascia un inquietante dubbio se questo colloquio, ripeto obbligatorio, avvenga o meno.
La dott.ssa Straccia, tanto zelante nel mettere alla porta uno degli attori di rilievo della fase preventiva dell’aborto previsti dall’art. 2 della legge 194, ovvero un’associazione di volontariato come il CAV, dia una risposta.
Come pure sia dia una risposta a quest’altra, di domanda: sono le volontarie del CAV o la sua coscienza di medico che esegue circa 300 aborti l’anno (è una stima fatta in base alla nostra esperienza) ad infastidirla?
Colgo l’occasione per invitare i medici obiettori a mobilitarsi per questo ennesimo sopruso contro il Centro di Aiuto alla Vita ricordando loro che nella difesa della Vita non basta astenersi dal fare aborti. Conclude il suo intervento il presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Benevento – OdV Ing. Carlo Principe