Di Roberto Fronzuti Direttore dell’ Eco di Milano e provincia
Tutti i giorni, per varie ragioni siamo esposti alle radiazioni. Telefoni cellulari, wi-fi, telefoni cordless, linee elettriche, luci fluorescenti, antenne, cavi elettrici, sistemi satellitari, ripetitori dei cellulari, stazioni radio, forni a microonde, sistemi radar, macchine per la risonanza magnetica e raggi x; tutte queste apparecchiature emettono radiazioni, che sono molto pericolose per la salute.
Alla lunga, l’uso continuo di questi strumenti, sviluppa i tumori.
L’assorbimento quotidiano di radiazioni comporta anche disturbi agli occhi, acufene, insonnia, mal di testa, vertigini, palpitazioni cardiache e stanchezza cronica. Sul numero 15 de L’Eco dell’11 settembre abbiamo parlato in modo approfondito degli effetti devastanti derivanti dall’uso dello smart.
Purtroppo, queste sono le conseguenze che comporta la tecnologia; il cosiddetto progresso. E allora che fare? È possibile optare per una scelta di vita che ci tenga lontano da molte fonti di emissione di radiazioni. Non possiamo fare a meno di sottoporci a una radiografia prescritta dal medico, ma possiamo rinunciare a tanti strumenti. Possiamo, ad esempio, evitare di acquistare una casa dove passano gli elettrodotti dell’alta tensione; possiamo rinunciare al microonda e ai cordless. E poi, chi ne ha la possibilità di andare a vivere in campagna può fare una scelta di vita ed essere esposto il meno possibile alle radiazioni.
Non sappiamo fino a che punto, ma c’è la possibilità di proteggersi coprendosi con un abbigliamento resistente alla radiazioni; la Finque, produttrice di abbigliamento sportivo, ha lanciato una linea di indumenti certificato, che mette a riparo il nostro organismo dai danni dovuto all’uso delle strumentazioni incriminate. Sarà vero? Vale la pena provare.
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