L’ editoriale del Direttore Daniela Piesco
Si può non entrare in guerra con uno Stato che continua a colpirti sempre più pesantemente fin quando non accetterai lo scontro ?
Da mesi Israele continua ad alzare il livello di provocazione, con l’evidente volontà di portare l’Iran al conflitto aperto. Nel più manifesto disinteresse di ogni norma del diritto internazionale, mentre en passant continua a sterminare la popolazione di Gaza.
.La domanda è molto simile a quella che ha attanagliato l’Europa negli anni precedenti alla Seconda Guerra Mondiale, quando le potenze occidentali si chiedevano come fermare la macchina bellica nazista che aveva già invaso Austria e Cecoslovacchia e passava a minacciare la Polonia.
In effetti le analogie tra la politica israeliana attuale e quella nazista del secolo scorso appaiono numerose.
La persecuzione feroce di alcune minoranze, ebree e non solo, che si è spinta fino all’eliminazione fisica e ad atti di genocidio contro il popolo ebraico, e l’aggressività militare, esplicitatasi nella progressiva invasione degli Stati vicini in nome di un presunto diritto naturale del popolo tedesco ad espandersi, sono caratteristiche in gran parte individuabili anche nell’Israele odierno.
Di fatto ben prima del genocidio di Gaza, lo Stato ebraico ha operato contro i palestinesi violenze quotidiane e azioni di vera e propria pulizia etnica. Non si tratta di eventi episodici o eccezionali ma di azioni teorizzate e giustificate espressamente in diversi scritti, sia da Herzl, padre del sionismo, che da Ben Gurion, padre della patria israeliana, oltre che da molti altri sionisti.
Tutto in nome di una millantata superiorità : il cd popolo eletto .
Nell’ultimo anno questa pretesa di primazia si è rafforzata, tanto da palesarsi in crimini di guerra e crimini contro l’umanità: si sono fatti esplodere gli apparecchi elettronici in Libano, si sono bombardati interi quartieri per assassinare una sola persona, si sono rase al suolo biblioteche, ospedali, moschee, si sono sterminati gli abitanti di Gaza, a cui intanto viene tolta acqua, elettricità e negati cibo e farmaci.
Nemmeno la parola d’onore è stata rispettata: Il ministro degli Esteri del Libano ha dichiarato che Nasrallah è stato ucciso dopo aver dato l’ok al cessate il fuoco. C’è chi pertanto ha ipotizzato che la stessa trattativa non fosse altro che un escamotage usato da Israele per fare in modo che Hezbollah allentasse i propri standard di sicurezza, magari riunendo tutti i capi politici in uno stesso luogo per ratificare l’accordo.
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Come si può fermare oggi Nethanyahu?
Non ho risposta a questa domanda. Quello che so è che è ora di cominciare a riflettere per quanto doloroso e lacerante sia .Con l’amara consapevolezza che, questa volta, noi occidentali siamo dalla parte sbagliata della storia e che pertanto, se guerra sarà, non vi parteciperemo per fermare il nazismo ma per difenderlo.
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