Di Apostolos Apostolou

La concezione pedagogica di Rousseau si ritrova la forte opposizione tra natura e cultura: allo stato di natura l’uomo vive in una condizione di uguaglianza e libertà, nella società e con la cultura si trova costretto tra imposizioni e disuguaglianza.

Il greco filosofo Antistene sosteneva che “la virtù si trova nella natura”. I Cinici (cinico da κυνικός che viene da κύων, cioè cane) della civiltà greca antica portano all’esasperazione il contrasto tra natura e legge il cosiddetto ritorno alla natura di Antistene e Diogene fu realizzato spesso in forma eccessiva e paradossale, con una vita di semplicità massima e rudezza strema, simile a quella degli animali.

Ogni uomo agisce all’interno dello stato di natura in base alla sua potenza

Secondo Hobbes nella natura luomo è Lupo, ( homo homini lupus, l’uomo è lupo per l’altro uomo).La paura per la propria vita spinge ogni individuo ad attaccare per evitare di essere attaccato. Cosi il diritto di naturale funziona come diritto alla autoconservazione e non come diritto della libertà. Per questo Hobbes ritiene necessario il passaggio dallo stato di natura allo stato civile attraverso il pactum unionis e il pactum subordinationis.

Cosi secondo Hobbes Il diritto di natura si estende fin la dove si estende la sua potenza. Questo pensiero di Hobbes porta ad una concezione dello stato di natura entro cui gli individui agiscono per soddisfare le proprie volontà eventualmente abusando della loro libertà, il che non può garantire sicurezza per gli individui stessi.

Mentre Spinoza identifica il diritto naturale con la potenza del conatus

Per esempio Spinoza scrisse: “per diritto e istituto di natura non intendo altro che le regole della natura di ogni individuo, secondo le quali concepiamo qualunque cosa naturalmente determinata ad esistere e ad operare in un certo modo.”

Per esempio, i pesci sono determinati dalla natura a nuotare, i grandi a mangiare i più piccoli e perciò i pesci per supremo diritto naturale si servono dell’acqua e i grandi mangiano i più piccoli. E’ certo, infatti, che la natura, considerata in assoluto, ha il supremo diritto a tutto ciò che essa può, cioè che il diritto della natura si estende fin dove si estende la sua potenza, e la potenza della natura è la stessa potenza di Dio, il quale ha il supremo diritto a tutto

Tutto ciò che in natura a noi sembra ridicolo, assurdo o cattivo, deriva dal fatto che conosciamo le cose solo in parte e per la massima parte ignoriamo l’ordine e la coerenza di tutta la natura, e dal fatto che pretendiamo che tutte le cose siano dirette come prescrive la nostra ragione, mentre, tuttavia, ciò che la ragione stabilisce come male, non è male rispetto all’ordine e alle leggi della natura universale, bensì soltanto rispetto alle leggi della sola nostra natura.

Nello stato di natura, cioè anteriormente alla costituzione di un potere politico, la sola legge valida è quella di natura, sicché la libertà degli uomini in questo stato consiste nella natura e non sottostare al alcuna volontà o autorità altrui ma sei rispettare soltanto la norma naturale.

Lo stato di natura non è svincolato da ogni legge, nè precedente ad ogni norma ma è soggetto alla legge di natura

Qui possiamo ricordare che cosa ha scritto J. Locke: “Sebbene questo sia uno stato di libertà, tuttavia non è uno stato di licenza: sebbene in questo stato si abbia la libertà incontrollabile di disporre della propria persona e dei propri averi, tuttavia non si ha la libertà di distruggere nè se stessi, ne qualsiasi creatura in proprio possesso e non quando lo richieda un qualche uso più nobile, che quello della pura e semplice conservazione”

Lo stato di natura è governato dalla legge di natura, che obbliga tutti; e la ragione, che questa è legge, insegna, a tutti gli uomini, purché vogliano consultarla, che essendo tutti uguali e indipendenti; nessuno deve recar danno ad altri nella vita, nella salute, nella libertà o nei possessi. Questa legge di natura vale per tutti gli uomini in quanto uomini – siano o no cittadini ma il valore della libertà sembra sminuito, infatti neanche in questo stato la libertà consiste per ciascuno nel vivere come gli piace .

La legge di natura sidentifica con la legge di Dio entrambe coinciodono nel concetto di ragione. Sia la rivelazione che la natura hanno per filosofi classici un carattere razionale. Questa legge di natura è anteriore a ogni altra legge positiva; essa non dipende da nessun patto da nessuna convenzione tra gli uomini, e vincola luomo prima ancora che sia cittadino. La legge di natura vuole la pace e la conservazione di tutti gli uomini e la sua esecuzione è posta nelle mani di ciascuno, per cui ognuno ha il diritto punire, di far giustizia, in misura tale che si possa impedirne la violazione affinché siano protetti gli innocenti e puniti gli offensori.

Nello stato di natura, dato lo stato di perfetta uguaglianza, tutti hanno il dovere di far rispettare tale legge. In questo modo un uomo consegue un potere su altri per punire secondo ragione e coscienza in proporzione al danno causato, ma il potere non è assoluto nè arbitrario. Nel trasgredire di natura, l’offensore si rende contro lui stesso di vivere secondo una norma diversa da quella della ragione e della comune equità. Una persona che riceve un danno ha diritto di chiedere una riparazione. Lo stato di natura permane fino a quando i componenti, attraverso il loro consenso, non si fanno di una società politica.

Lo stato di natura non è necessariamente uno stato di guerra ma più diventarlo quando una o più persone ricorrono alla forza per ottenere ciò che la legge naturale vieta

Lo stato di guerra è uno stato di distruzione reciproca. Perciò chi dichiara con parole o atti un intenzione sulla vita di un altro, si pone in uno stato di guerra con colui contro il quale ha manifestato quella intenzione. E giusto che questi abbia il diritto di distruggere ciò che minaccia la sua stessa distruzione. Ma lo stato di guerra non ha niente a che fare con lo stato di natura, cosi secondo J. Locke e qui abbiamo chiaro la differenza fra lo stato di natura e lo stato di guerra, i quali, per quanto taluni gli abbiano confusi, sono cosi distanti come lo sano fra loro uno stato di pace, benevolenza, assistenza e conservazione reciproca e uno stato di ostilità malvagità violenza e reciproca distruzione.

Uomini che vivono insieme secondo ragione, senza un superiore comune sulla terra che abbia autorità a giudicare tra di loro; questo è propriamente lo stato di natura. Ma la forza, o unintenzione dichiarata di forza sulla persona di un altro quando non vi sia sulla terra un superiore comune a cui appellarsi per soccorso  è la guerra; ed  è proprio la mancanza di un tale appello che conferisce a un uomo il diritto di guerra contro un aggressore, per quanto questi sia in società con lui e suo con suddito. Quasi tutte le società umane sono istituite nell’eteronomia, vale a dire nell’assenza di autonomia. In altri termini, le società, che pure creano, tutte, le proprie istituzioni, vincorporano l’idea, incontestabile per i rispettivi membri, che queste non siano opera dell’uomo, creazioni di esseri umani o in ogni caso non di quelli presenti al momento.

Sono sempre create dagli spiriti, dagli antenati, dagli eroi, dagli dei; non sono mai opera dell’uomo. Nella natura esiste il valore di una creazione immaginaria, il valore come un autodispiegamento dell immaginario radicale.

Apostolos Apostolou Scrittore e professore di Filosofia filosofia politica e sociale

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