Lo scrittore della settimana” Rubrica ideata e curata da Paola Francesca Moretti 

Da amante della letteratura gialla, ebbene sì, perché il giallo è un genere letterario a tutti gli effetti, mi piace, ogni volta che termino un romanzo, soffermarmi a riflettere sullo stile narrativo dell’autore, che tipo di linguaggio ha preferito usare per accalappiare il lettore, quale trama ha ordito per tenerlo inchiodato alla lettura dalla prima all’ultima riga, quale profilo psicologico ha ideato per ciascuno dei personaggi che animano la storia. Per me il racconto è come un puzzle, allora, osservo se l’autore ha saputo incastrare bene tutte le tessere. Per scrivere un buon romanzo giallo bisogna essere dei bravi scrittori ma soprattutto degli ottimi lettori.

Ho letto il libro “La pazza di Maigret”, l’autore è niente meno il geniale, almeno per me, Georges Simenon.
La popolarità di questo grande giallista belga è dovuta ai ventotto racconti e settancinque romanzi che hanno come protagonista Jules Maigret, il commissario di polizia che lo ha fatto conoscere a un vasto pubblico. Simenon ancora oggi è un autore molto amato, a mio parere, è stato ed è un romanziere di notevole talento che, con il suo estro geniale di scrittore, ha saputo intrecciare casi drammatici e soggettività dei personaggi.

Lo stile narrativo di Georges Simenon è asciutto, caratterizzato da un vocabolario semplice, scevro da contenutismi retorici. La sua penna scorre leggera a ritrarre con fine psicologia storie umane, di uomini e donne ai quali la vita ha riservato un destino di solitudine, come quello serbato alla minuta vecchina protagonista dell’inchiesta “La pazza di Maigret”.

Al Quai des Orfèvres si “presenta una vecchietta piccola, piccola, con indosso un cappello bianco, un paio di guanti bianchi e un vestito grigio ferro. Le gambe, magrissime, erano leggermente arcuate per via dell’età, 86 anni. Aveva lineamenti fini, occhi grigio chiari con una costante espressione di stupore”. La donna chiede al piantone di turno l’ufficio del commissario Maigret perché deve parlargli di persona di una cosa della massima urgenza, una questione di vita o di morte. L’età della signora, il suo racconto, la vita di persona sola vissuta in un appartamentino, portano il commissario Maigret e i suoi ispettori a sottovalutare la segnalazione della vecchietta.

Il pensiero comune è che l’anziana donna sia pazza. Il cadavere della vecchia signora verrà rinvenuto nella sua casa a distanza di poco tempo. La superficialità con cui il commissario Maigret ha trattato quella denuncia sarà l’ombra nera sulla sua coscienza fino alla fine del racconto. In questa inchiesta viene fuori l’aspetto profondamente umano di Maigret, fortemente toccato dal dramma della morte di una vecchina che gli aveva chiesto aiuto.

Un commissario sensibile ma anche incerto, si muove in un groviglio di indizi che non lo portano da nessuna parte, fino a quando arriva l’illuminazione che lo condurrà alla verità sull’assassinio dell’anziana. Un romanzo caratterizzato dalla solitudine dei protagonisti, da drammi quotidiani vissuti silenziosamente, dalle ore trascorse sempre uguali…

La chiave di lettura di molti romanzi di Georges Simenon è psicologica, anche in Maigret, il suo particolare modo di indagare, che ha poco di poliziesco, è un metodo psicologico e rappresenta uno dei tratti principali della personalità stessa del commissario. Da un’analisi attenta delle opere dello scrittore emerge, oltre l’approfondimento psicologico legato al dipanarsi della trama, un racconto giallo borghesizzato, che ha come protagonisti uomini e donne comuni, quasi anonimi nelle loro vite scandite da un quotidiano monotono e costantemente identico.

Autore: Georges Simenon
Titolo: La pazza di Maigret
Edizioni: Gli Adelphi

 

Ph : Wikipedia

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